Ruggeri, gli amici sotto torchio
Sono previsti nuovi interrogatori

«Ho la massima fiducia nell'operato dei carabinieri, che stanno lavorando molto bene». Il pm Carmen Pugliese è sommersa dalle carte nel suo ufficio in procura. C'è tanto da lavorare sull'omicidio di Gian Mario «Jimmy» Ruggeri.

«Ho la massima fiducia nell'operato dei carabinieri, che stanno lavorando molto bene». Il pm Carmen Pugliese è sommersa dalle carte nel suo ufficio in procura. È sabato, poco prima dell'ora di pranzo, ma c'è così tanto da lavorare sull'omicidio di Gian Mario «Jimmy» Ruggeri che da una settimana a questa parte, per chi indaga, non esistono sabati o domeniche.

Il 28 settembre, alle 8,45, due killer hanno sparato al fratello dell'ex presidente dell'Atalanta freddandolo con tre colpi, uno alla schiena e due alla testa (il quarto lo ha sfiorato a una mano, il quinto è andato a vuoto) mentre stava entrando nella palestra CastelGym di Castelli Calepio. Da quel momento magistrato e carabinieri non hanno smesso di interrogare testimoni, raccogliere prove. Il magistrato ha appena incontrato il comandante del nucleo investigativo di Bergamo. Il riserbo è massimo.

C'è ancora tanta gente da sentire: da lunedì proseguiranno gli interrogatori degli amici di Jimmy, a cui forse aveva confidato preoccupazioni che ai familiari non aveva avuto il cuore di raccontare. C'è chi dice che negli ultimi giorni era parso spaventato, forse minacciato. Ma da chi e per quale motivo? Tutte le piste vengono prese in considerazione.

Le prove fisiche in mano agli investigatori non sono molte: non c'è stata colluttazione e quindi nessun Dna da comparare. I killer non l'hanno nemmeno sfiorato, hanno lasciato solo i proiettili calibro 9 dell'arma usata per ucciderlo, che potranno essere confrontati nel momento in cui si troverà la pistola. Le telecamere di via Paghera hanno ripreso i sicari in moto nel momento della fuga, ma le immagini non sono molto nitide e comunque è probabile che i due abbiano montato una targa clonata.

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