Stazione, è stato un lunedì nero
Il questore: così non si va avanti

Un altro lunedì nero alla stazione con cinque ore di blackout. Tabelloni elettronici spenti, obliteratrici pure, l'altoparlante «ammutolito». Dopo la mattinata incubo con il consueto ingorgo umano nel sottopasso, anche il pomeriggio è stato da dimenticare.

Un altro lunedì nero alla stazione con cinque ore di blackout come ciliegina sulla torta. Tabelloni elettronici completamente spenti, obliteratrici pure, l'altoparlante «ammutolito» e persino gli orologi fermi. Dopo la mattinata incubo con il consueto ingorgo umano nel sottopasso, anche il pomeriggio è stato da dimenticare. Dalle 14 la stazione dei treni è andata in tilt: via l'elettricità per un guasto forse legato al cantiere di restyling, impossibile saperne di più da Centostazioni.

È stato un macello, anche se sono stati bravissimi gli «assistenti alla clientela» di Trenord. Massima cortesia. Attorno il caos. Già la mattinata era iniziata in salita, come di consueto da quando si lavora nell'atrio. Ma complicata ancora di più dalla pioggia. Una fiumana umana si è incanalata all'ingresso. Tanti sono rimasti imbottigliati nel sottopasso e sulle scale che conducono ai binari. E tanti hanno perso il treno per il lavoro o l'università.

A presidiare nelle ore di punta gli uomini della Polfer che danno una mano al personale di Trenord. «Mattinata incasinata? Direi molto incasinata - dice senza mezzi termini il questore Dino Finolli -. Ieri mattina i disagi sono stati tanti. Troppi. «Ho fatto presente la situazione sia in Prefettura che a Comune e Ferrovie. Secondo noi il sottopasso va chiuso, la situazione è peggiorata».

Ma il Comune, a cui spetterebbe la decisione, per ora prende tempo. «Si va avanti così e si farà di tutto per tenere il sottopasso aperto a meno che ci dovessero essere problemi di ordine pubblico e di sicurezza», spiega il vicesindaco Gianfranco Ceci. I disagi ci sono e purtroppo andranno avanti a lungo. Il cronoprogramma dei lavori di restyling dato da Centostazioni a Palazzo Frizzoni lascia pochi dubbi: si andrà avanti almeno fino a gennaio.

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