Cagi, un altro negozio se ne va
Al via la svendita, si chiude a novembre

Ventidue anni fa era in via Sant'Alessandro, al numero 3. Poi nel 2003 si è spostato in via Sant'Orsola 18, e nei prossimi giorni inizierà la svendita. Dopo 22 anni chiude anche il negozio Cagi.

Ventidue anni fa era in via Sant'Alessandro, al numero 3. Poi nel 2003 si è spostato in via Sant'Orsola 18, e nei prossimi giorni arriveranno quelle vetrofanie che purtroppo oramai siamo abituati sempre più spesso a vedere in centro città: «Chiusura per cessata attività».

Anche il negozio Cagi, storica presenza a Bergamo, chiude i battenti: da venerdì partirà la svendita e per fine novembre è prevista la chiusura del negozio. E come non conoscerlo: famosissimo il marchio, una garanzia per tante signore bergamasche alla ricerca di intimo e pigiameria. Ma le tendenze sono cambiate, le stesse abitudini di acquisto si sono modificate negli anni, e il negozio, come molti altri di questa fase storica, ha risentito dell'evolversi delle mode, cedendo così di fronte a una crisi economica sempre più aggressiva. Con una «perdita» in più: con la chiusura del punto vendita, anche la sua storica commessa andrà in pensione: Rosa Salvi, una giovincella con i suoi 56 anni, è stata da sempre dietro a quel bancone a mostrare canottiere e camicie da notte. «Ho iniziato a lavorare a 14 anni e questo negozio è la mia seconda casa», commenta con commozione. Sempre lei a gestirlo: aperto nel 1991 da Aldo Manzoni, titolare di «Babù» - negozio per bambini di via Paglia -, così come di Manzoni Donna di via Sant'Alessandro (entrambi chiusi negli anni Novanta), nel 2003 è passato nelle mani di Luca Villa, parente di Manzoni.

«Prima era monomarca esclusivo Cagi, poi lo abbiamo aperto a nuovi brand, per ampliare l'offerta». Sempre di intimo uomo e donna, oltre che abbigliamento per la notte e per la casa, una tecnica, questa di diversificare prodotti e linee, strategica contro il calo dei consumi. «Ma le spese gestionali hanno inciso sempre di più, soprattutto se le vendite si riducono, un trend in crescita negli ultimi anni», commenta con amarezza Rosa. Anche il suo pensionamento ha fatto la differenza: «Concludendo la mia attività, sarebbe stato come ripartire da zero, con nuove spese e nuovi investimenti». Che al momento la proprietà ha deciso di non fare. Ancora non si conoscono le sorti del locale, dove Cagi è in affitto, mentre Rosa piega le ultime canottiere e si prepara ai saluti con le sue storiche clienti.

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