Integrazione, non serve il colloquio
Boom di cittadinanze agli stranieri

Boom di cittadinanze a stranieri negli ultimi sei mesi. Una cifra doppia, se non tripla o addirittura quadrupla rispetto agli anni passati. A Bergamo, ad esempio, nel 2010 erano state rilasciate 258 cittadinanze per residenza, mentre solamente negli ultimi sei mesi sarebbero oltre 400.

Boom di cittadinanze a stranieri negli ultimi sei mesi. Una cifra doppia, se non tripla o addirittura quadrupla rispetto agli anni passati. A Bergamo, ad esempio, nel 2010 erano state rilasciate 258 cittadinanze per residenza, mentre solamente negli ultimi sei mesi sarebbero oltre 400 (ad esempio ad Azzano San Paolo 3 cittadinanze sia nel 2011 che nel 2012, nel 2013 sono 10; Chiuduno 6 nel 2011, 10 nel 2012, 18 nel 2013; Telgate 11 sia nel 2011 che nel 2012, 22 nel 2013; Bergamo nel 2012, 37 a cui ne vanno aggiunte 52 per i figli, nel 2013 – dal 1/1 al 31/3 – 14 più 19 per i figli e dal 1 aprile al 28 /10 sono 68 più 75 per i figli).

Lo rileva in una nota la Lega Nord. Cosa è successo? «Non è solo una questione legata al crescente numero di immigrati presenti negli ultimi 10 anni - si legge -, ma piuttosto la causa sarebbe individuata nell'eliminazione del colloquio che gli stranieri richiedenti la cittadinanza devono affrontare per valutarne il buon grado di integrazione. Il Ministero dell'Interno, infatti, con una circolare del Dipartimento per le libertà civile e l'immigrazione a firma del direttore centrale Angelo Di Caprio, all'inizio di aprile, “al fine di assicurare che le istanze già presentate, e per le quali non siano esaurite le fasi endoprocedimentali, vengano definite prima della introduzione della nuova procedura informatizzata”, ha stabilito che “le questure non dovranno più procedere al colloquio con l'interessato, limitandosi a fornire esclusivamente tramite il sistema informatico in uso le informazioni riguardanti la regolare presenza sul territorio nazionale dello straniero richiedente la cittadinanza e dei familiari, la posizione giudiziaria, nonchè ogni altra notizia rilevante sotto il profilo della sicurezza, quali ad es. segnalazioni di reato inoltrate all'autorità giudiziaria, evenutali procedimenti penali avviati da quest'ultima nei confronti dello straniero, inammissibilità Schengen, anche mediante attento controllo delle risultanze nelle banche dati di Polizia».

“Per accelerare i tempi di concessione della cittadinanza - denuncia Daniele Belotti, segretario provinciale della Lega Nord di Bergamo - viene escluso un elemento fondamentale, quale il livello di integrazione, che valuta la conoscenza della lingua italiana e dei principi fondamentali del nostro ordinamento e della nostra cultura. Così, mentre in ben altri 16 paesi d'Europa (tra cui Gran Bretagna, Germania, Austria, Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Olanda) la concessione della cittadinanza prevede il superamento di test di conoscenza della lingua, della storia, delle tradizioni e degli usi per dimostrare l'effettivo legame con il paese in cui si risiede, in Italia, invece, si apre alla cittadinanza facile come soluzione più comoda all'inefficienza burocratica statale, creando di fatto nuovi cittadini potenzialmente analfabeti e non integrati. Il tutto con una semplice circolare interna mai passata al vaglio di commissioni parlamentari. Il risultato è che sempre piiù spesso ci si ritrova con neocittadini italiani che non sanno nemmeno leggere le due righe del giuramento”.

«Al Viminale, per la gioia della buonista ministra Kyenge, dimenticano che la cittadinanza per residenza (art.9, legge 5 febbraio 1992, n. 91) non è un diritto soggettivo della persona ma una concessione dello Stato, che può valutare discrezionalmente se lo Stato stesso e la comunità nazionale hanno interesse ad accogliere il nuovo cittadino richiedente che abbia dato prova di buon grado d'integrazione, oltre che a non essere un potenziale pericolo per l'ordine pubblico o la sicurezza nazionale».

«Visto quindi il rischio di una crescita esponenziale di cittadinanze facili (oltre a quelle del soggetto vanno aggiunte, di conseguenza, quelle degli eventuali figli minori e i tempi ridotti per il coniuge extracomunitario) - continua Belotti - la Lega Nord di Bergamo attiverà i suoi parlamentari affinchè venga richiesto: - il ritiro della circolare del Ministero dell'Interno - Dip. per le libertà civili e l'immigrazione - dello scorso mese di aprile e la conseguente nota del Dipartimento della Pubblica Sicurezza - Direzione Centrale dell'immigrazione e della Polizia di -frontiera - (prot. 0012220 del 05/04/13) a firma del Direttore Centrale Rodolfo Ronconi; - il ripristino immediato dei colloqui per valutare il grado di integrazione dei richiedenti la cittadinanza per residenza; - il potenziamento dell'organico in servizio presso le Questure negli uffici Immigrazione, avvalendosi anche di personale civile; - vista la mole di lavoro necessaria, l'aumento degli importi relativi al contributo per il rilascio del permesso di soggiorno elettronico, oggi compresi tra 80 e 200 euro».

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