I sindaci: «Roma ridacci i soldi»
Sabato 9 «rivolta» sul Sentierone

«Chiediamo riforme a livello nazionale, la riaffermazione dell'autonomia degli enti locali e che vengano sbloccati i 600 milioni di euro sequestrati a Roma». I primi cittadini bergamaschi marceranno sul Sentierone per dire «basta» alle restrizioni del Patto di stabilità.

«Chiediamo riforme a livello nazionale, la riaffermazione dell'autonomia degli enti locali e che vengano sbloccati i 600 milioni di euro sequestrati a Roma». I primi cittadini bergamaschi marceranno sul Sentierone per dire «basta» alle restrizioni del Patto di stabilità.

Sabato 9 novembre si incontreranno davanti a Palazzo Frizzoni per poi spostarsi in corteo fino al Donizetti dove si riuniranno in assemblea. L'iniziativa è promossa da un gruppo di sindaci bipartisan, Franco Tentorio in primis, affiancato da Riccardo Cagnoni di Vertova, Gianfranco Masper di Treviolo, Luca Carrara di Albino, Graziano Pirotta di Canonica d'Adda e Pierguido Vanalli di Pontida, ma l'invito è rivolto a tutti (cittadini compresi) per un'iniziativa trasversale.

Base anche per la possibile nascita di un'Anci provinciale, che dovrebbe costituirsi a breve. Particolare sollecito ai parlamentari orobici: «Sono loro che dovranno votare la legge di stabilità, si facciano nostri portavoce».

I sei amministratori hanno inviato ai colleghi un documento che, una volta sottoscritto, verrà inviato a Roma: «Si richiede al governo e al parlamento – si legge – la possibilità di utilizzare le risorse a disposizioni dei Comuni per procedere immediatamente al pagamento dei debiti nei confronti delle imprese, attualmente bloccati dalle regole imposte dal patto di stabilità; l'esonero dai vincoli previsti dal patto di stabilità per gli investimenti infrastrutturali effettuati nei limiti delle disponibilità di cassa; una completa revisione del patto di stabilità degli enti locali che premi l'efficacia e l'efficienza delle amministrazioni virtuose e individui pesanti sanzioni per quelle in evidente dissesto finanziario».

Tutto su L'Eco di Bergamo del 1° novembre

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