Beffa dei tagli agli atenei virtuosi
Paleari: ma in che Paese viviamo?

«Così ci costringono a vivere alla giornata». Stefano Paleari, rettore dell'Università di Bergamo e presidente della Crui, la Conferenza dei rettori, getta alle ortiche la sua abituale diplomazia nel commentare il decreto sull'istruzione approvato alla Camera.

«Così ci costringono a vivere alla giornata». Stefano Paleari, rettore dell'Università di Bergamo e presidente della Crui, la Conferenza dei rettori, getta alle ortiche la sua abituale diplomazia nel commentare il decreto sull'istruzione approvato alla Camera.

Dal provvedimento sono spariti quei 41 milioni di euro aggiuntivi destinati alle università virtuose come la nostra. Un problema tecnico - è stato detto - e il fondo individuato dal Miur per gli atenei che sprecano meno e insegnano meglio si è volatilizzato.

«Per la prima volta nella storia degli atenei italiani le università sono state sottoposte ad una valutazione Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, ndr) che è stata molto impegnativa. Sono state censite le attività di ricerca degli atenei, vagliate 70 mila pubblicazioni e stilate classifiche per stabilire chi ha lavorato bene e chi meno. E adesso ci vengono a dire che tutto questo lavoro è stato inutile» sbotta Paleari.

Nel 2013 il taglio dei fondi statali è stato pari al 4,6%, una percentuale molto vicina alla soglia del 5% sotto la quale, per decreto legislativo, nessun ateneo può andare. «Tutti perderanno tra il 4 e il 5% e senza integrazione del fondo lo sforzo che abbiamo fatto si rivelerà inutile» fa notare il presidente della Crui. I fondi aggiuntivi non sarebbero andati a tutti gli atenei in egual misura ma sarebbero stati distribuiti secondo il piazzamento Anvur, che ha visto l'Università di Bergamo raggiungere posizioni di alta classifica per buona parte dei suoi Dipartimenti.

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