Rosso stop, tre indagati
anche in Bergamasca

Secondo i carabinieri di Verona ci sarebbero tre indagati anche in Bergamasca per la vicenda dei famigerati T-Red, o Rosso-stop. Nel complesso i militari hanno effettuato un arresto, mentre gli indagati sono in totale 108. In manette, nell'ambito dell'inchiesta partita proprio da Verona sui semafori truccati, è finito il progettista di questi sistemi di rilevazione delle infrazioni.

I militari di San Bonifacio sono intervenuti per sequestrare gli apparecchi in numerosi comuni di oltre 20 province. Il progettista è accusato di non aver chiesto e di conseguenza non aver mai ottenuto dal ministero dei Trasporti l'omologazione dell'hardware attualmente utilizzato dall'apparecchiatura, che sfruttando una durata del giallo estremamente breve, segnalava un numero elevato di infrazioni.

La maxi inchiesta ha permesso di scoprire che l'apparecchiatura installata nel territorio nazionale sarebbe difforme da quella omologata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Era stata chiesta e ottenuta l'omologazione solo per le telecamere dei T-Red e non per le apparecchiature contenute in un armadio di vetroresina posto nelle vicinanze delle telecamere.

Queste apparecchiature costituiscono parti fondamentali per il funzionamento del semaforo intelligente. Da qui - secondo gli inquirenti - la frode nelle pubbliche forniture come previsto dall'art. 356 del codice penale. Tutte le infrazioni (passaggio di un veicolo con il semaforo rosso) rilevate con i T-Red sono state accertate dal personale di una società della provincia di Como che - si legge nella nota dei carabinieri - ha percepito una percentuale per ogni infrazione rilevata (dal 30% al 356% della sanzione di circa 150 euro + Iva al 20%).

I pubblici amministratori (39) e i pubblici ufficiali (63) incriminati sono accusati di essersi accordati con le società private incriminate per mettere in atto un progetto di controllo del traffico allo scopo di fare cassa. Il tutto a danno di decine di migliaia di utenti della strada, penalizzati non solo dal pagamento di sanzioni economicamente elevate ma anche con la decurtazione di 6 punti dalla patente di guida per ogni infrazione contestata.

Negli incroci di diversi Comuni ai dispositivi T-Red secondo i carabinieri sono stati collegati radar (limitatori di velocità) che agivano sul ciclo naturale del semaforo, da qui il nome di semaforo intelligente. Questo strumento (che entra in funzione al superamento di una certa velocità di un veicolo) non è mai stato approvato né omologato. Il ministro dei Trasporti lo ha vietato fin dal 2005 con una nota trasmessa a tutti gli enti locali, comunicando loro di ritenersi responsabili civilmente e penalmente nel caso in cui, con l'applicazione di questo sistema, si fossero causati incidenti stradali con feriti.

Inoltre i carabinieri avrebbero accertato che molti impianti semaforici sono stati regolati in modo tale da presentare una luce gialla di durata inferiore ai 4 secondi, cosi da impedire l'arresto dei veicoli in condizioni di sicurezza.

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