«Solidarietà più forte della crisi»
Domenica la colletta nelle chiese

«La nostra solidarietà è più forte della crisi»: con questo appello alla generosità delle comunità cristiane verso le famiglie in difficoltà per la perdita del lavoro, la Conferenza episcopale italiana lancia per domenica 31 maggio una colletta nazionale, giorno di Pentecoste.

Una grande raccolta nelle parrocchie intesa soprattutto a testimoniare la vicinanza dei fedeli a chi in questo momento si trova senza un'occupazione a causa della crisi economica. L'obiettivo è quello di iniziare a raccogliere 30 milioni di euro che grazie a un accordo con Abi, Associazione bancaria italiana, possa generare un fondo nazionale di garanzia per prestiti fino a 180 milioni di euro tesi a sostenere le necessità delle famiglie più numerose e monoreddito che improvvisamente si sono viste private dell'unica fonte di sostentamento.

In particolare l'intervento di aiuto sarà orientato verso le famiglie con almeno tre figli (in età scolare, compresa l'università) o gravate da malattie o disabilità che abbiano perso la fonte di reddito per la perdita temporanea o anche definitiva del lavoro.

Aiuti alle famiglie numerose
I vescovi hanno calcolato che ci sono dalle 20 alle 30 mila famiglie con queste caratteristiche in difficoltà. Il fondo, denominato «Prestito della speranza», è stato istituito d'intesa con l'Abi che ha proposto alle principali banche di aderire all'iniziativa. Non eroga direttamente denaro, ma costituisce un capitale a garanzia degli interventi da parte degli istituti di credito aderenti. Il fondo sarà attivo a partire dal 1° settembre 2009 e prevede per ciascuna famiglia l'erogazione di un contributo massimo di 500 euro mensili per un anno, per un totale di 6.000 euro. Il contributo potrà anche essere prorogato per un secondo anno con lo stesso importo se permangono le condizioni di necessità iniziali.

La restituzione del prestito alla banca inizierà nel momento in cui la famiglia disporrà nuovamente di un reddito certo o comunque non prima di uno o due anni e avrà durata massima di cinque anni. Saranno le parrocchie a indicare i possibili destinatari del prestito alla Caritas diocesana, che attesta l'effettiva presenza dei requisiti richiesti secondo i criteri definiti a livello nazionale, e segnalano la banca a cui rivolgersi.

L'invito, esteso dal vescovo Francesco Beschi, anche a tutta la Bergamasca, è quello di raccogliere fondi nelle chiese per tutta la giornata di domani per aderire alla colletta nazionale. Le offerte raccolte potranno essere inviate sui conti correnti della Caritas diocesana bergamasca, indicando la causale «Colletta nazionale per il Fondo famiglia lavoro» oppure sui conti indicati dalla Cei sul sito www.prestitodellasperanza.org (vedi box a lato).

Appello ai preti
La Caritas diocesana bergamasca, tra l'altro, ha già istituito un Fondo famiglia lavoro a livello provinciale con la partecipazione della Mia, ma anche dell'Ufficio diocesano pastorale del lavoro, Consultorio diocesano Scarpellini, Cisl, Acli e Società San Vincenzo. Un fondo che, insieme a quello analogo costituito a livello cittadino con Comune e Mia ha raggiunto in totale una quota di un milione e 650 mila euro da destinare alle famiglie in difficoltà con progetti mirati.

Proprio per alimentare questo fondo il vescovo di Bergamo ha invitato i preti bergamaschi, attraverso una lettera inviata in vista dell'anno sacerdotale indetto dal Papa, a rinunciare e offrire metà di una mensilità «come segno di profonda condivisione dal significato eucaristico». Il referente sarà la Caritas diocesana che raccoglierà i versamenti per il «Fondo anno sacerdotale» anche attraverso l'associazione Diakonia onlus per chi volesse usufruire della detrazione fiscale.

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