La madre di un bocciato:
Più collaborazione con la scuola

«Occorre maggiore collaborazione tra scuola e famiglia, in modo che unendo le forze, forse, risultati come quello ottenuto da mio figlio quest’anno potranno essere sempre più rari». E’ la conclusione di una lunga lettera di una mamma di uno degli 11 studenti bocciati su 20 della classe 1B dell’Istituto Paleocapa di Bergamo. «Purtroppo l’età dell’adolescenza – scrive R. F. - è più complicata e più insondabile di ogni promessa e di ogni ramanzina, i casi della vita più numerosi di quelli che mai possiamo immaginare, fatto sta che mio figlio, da un’iniziale media del 5/6 alla fine del primo quadrimestre, è precipitato a quella del 3, accorgendomi di questa situazione a fine aprile solo perché ho consultato il sito internet della scuola, sul quale era riportata la “pagellina” di metà quadrimestre, e sul quale non sono invece mai riuscita ad avere notizia circa i singoli voti dati a mio figlio».

«Disperata, mi precipito dalla coordinatrice – prosegue la lettrice - che mi parla durante la sua ora di ricevimento in piedi, in un corridoio in mezzo al passaggio di persone che certo non favorisce quella concentrazione, privacy e attenzione che secondo me sarebbero necessarie quando si parla del rendimento scolastico e degli eventuali problemi di un ragazzo, e mi fa chiaramente capire che, salvo un miracolo, mio figlio è spacciato. Sul diario trovo almeno tre note da me non firmate, vengo a scoprire che in marzo c’era stata una riunione per la consegna delle pagelline di metà quadrimestre di cui io non ero a conoscenza».

«Di fatto, oggi mio figlio è nella schiera dei bocciati. Senza negare le mie indubbie responsabilità, avrei potuto sapere della riunione della consegna delle pagelline da una circolare consegnata a inizio anno scolastico, alcuni eventi particolarmente importanti della mia vita (oggi sono in attesa di una bambina) mi hanno indotto a trascurare il rapporto con la scuola, oggi mi chiedo solo, e, tramite il Vostro giornale lo chiedo al Preside di quell’Istituto che sostiene che la scuola da Lui diretta è “piuttosto selettiva”: è possibile che io non sia mai stata contattata per telefono dalla scuola una volta che si constatava il declino così pauroso di mio figlio? E’ forse questo essere “selettivi”? E nell’essere “piuttosto selettivi” è forse compreso il fatto che lo stesso Preside non ha presenziato nemmeno alla riunione dei genitori della 1B (alla quale ero presente) in cui si è discusso di un fenomeno di bullismo che si è verificato tra i compagni, concluso con numerose sospensioni?»

«La vita è cambiata molto da quando io, quasi trent’anni fa, avevo quindici anni – continua ancora la mamma dello studente - E’ cambiata la società, la tecnologia, il rapporto con gli adulti. E sicuramente è diventato più difficile gestire questa gioventù che, comunque, tra alti e bassi, tra contestazioni e recriminazioni, sempre più spesso chiede il nostro aiuto, sente la necessità della nostra guida, che spesso, troppo spesso, è distratta da altri problemi. Di questa situazione pagano il fio soltanto i nostri figli, come oggi mio figlio è chiamato a ripetere un anno che, se io fossi stata avvisata, se mi fossi attivata in marzo, all’indomani degli scrutini di metà quadrimestre, forse, poteva essere salvato. In tale ambito, ribadendo qui ancora la mia mancanza di attenzione, e lungi dall’addossare solo alla scuola la responsabilità di quanto accaduto, auspico che nel futuro si possa addivenire ad una maggiore collaborazione tra scuola e famiglia, in modo che unendo le forze, forse, risultati come quello ottenuto da mio figlio quest’anno potranno essere sempre più rari».

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