Micheletti parla a «la Repubblica»
«Qui non c'è nessun golpe»

il presidente golpista dell'Honduras Roberto Micheletti, in un'intervista a «la Repubblica», rivendica di essere il legittimo presidente del Paese e nega che nel Paese vi sia stato un golpe. «Qui non c'è stato nessun golpe - dice Micheletti al quotidiano -. È stato il Tribunale ad ordinare all'esercito di prendere quel mascalzone di Zelaya e portarlo fuori dal Paese. Volete vedere le accuse? Ci sono diciotto capi d'imputazione contro il vostro eroe democratico. Quali? E io che ne so, chiedetelo ai giudici».

A Zelaya, aggiunge sarcastico Micheletti, non è stato commesso alcun torto, anzi. «Gli abbiamo fatto un favore. Invece di metterlo in galera lo abbiamo portato in esilio». Nell'intervista Micheletti dice di non essere al corrente della decisione italiana di richiamare l'ambasciatore: «Quando? No, io l'ho salutato l'ambasciatore Magno qualche giorno fa perché aveva terminato il suo mandato. Di Frattini non so niente». Ma anche Francia e Spagna hanno ritirato i loro rappresentanti, osserva il giornalista Omero Ciai. «Senta, sa cosa le dico? Facciano quello che gli pare. Io ho fede, prima o poi mi riconosceranno».

Quanto al futuro del paese, Micheletti non sembra preoccupato dal rischio dell'isolamento. «Possiamo farcela anche da soli», dice puntualizzando che la rottura della storica alleanza col Venezuela di Chavez dovrebbe essere vista in luce positiva dallla comunità internazionale e in particolare da Washington: «Ecco Chavez, buono quello. Ma non capite che io sono il baluardo contro la penetrazione di Chavez in questo Paese, gli americani dovrebbero ringraziarmi».

Sul suo futuro, Micheletti garantisce di essere un presidente di transizione. «Sono a interim», giura. «Faremo le elezioni e io me ne andrò... Ma ho il sostegno e l'affetto dell'80% degli honduregni... Qui non c'è stato nessun colpo di Stato».

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