Tram, finanziamenti sbloccati
Bergamo punta a due nuove linee

Bergamo si attacca al tram, e non è affatto un male. Mentre continua la lunga (e necessaria) messa a punto della tratta T1 per la Valle Seriana, da Roma arrivano buone notizie. Il governo ha difatti riaperto i cordoni della borsa della mitica legge 211 dell’anno di grazia 1992, quella che ha permesso buona parte della realizzazione della prima (e finora unica) tratta del tram.

Un’opera per la quale è stato poi decisivo il contributo degli enti locali, Comune, Provincia e Regione. Tra le altre cose, tra i progetti ammessi al finanziamento della 211, 17 anni orsono, quello di Bergamo è tra i 2, massimo 3 ad essere stati realizzati completamente. Solo Padova ha tagliato il traguardo (tra l’altro con un curioso e ancora discusso tram monorotaia), mentre altri progetti si sono concretizzati in parti ridotte e comunque di gran lunga inferiori ai 12,5 chilometri realizzati da Bergamo ad Albino.

Premessa doverosa, i fondi per il momento sono quelli che sono: trattasi di 141 milioni e 200 mila euro, con un contributo che può coprire al massimo il 60 per cento dell’intervento. Lo si legge nel decreto del 16 febbraio 2009 firmato dal ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli, pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo lo scorso 3 giugno.

Ma dentro ci sono altri passaggi interessanti, per esempio quello dove si ritiene «opportuno creare una graduatoria di interventi da ammettere a contributo che sia valida anche per eventuali successivi rifinanziamenti». In pratica è sì vero che i fondi ora sono pochini, ma l’importante è esserci per mantenere la posizione nel caso i cordoni della borsa si riaprano nuovamente.

E poi, comunque la si voglia vedere, la 211 è stata rifinanziata, e questo è un mezzo evento. I tempi si annunciano comunque stretti, visto e considerato che entro il 3 agosto (recita l’articolo 5) «i soggetti proponenti devono presentare alle rispettive Regioni una documentazione preliminare dell’intervento che intendono proporre».

Ma paradossalmente questa ristrettezza dei termini può essere un vantaggio per Teb, che ha già nel cassetto i preliminari per il collegamento con la Valle Brembana e il tratto cittadino del tram. «Il rifinanziamento della 211 è sicuramente un fatto importante: Teb è pronta con i progetti per entrambe le tratte. Ci confronteremo con i soci per avere le indicazioni del caso e decidere come muoversi», spiega Giambattista Scarfone, amministratore delegato della società.

Soci che rispondono ai nomi di Comune e Provincia (e anche Camera di Commercio, in minor parte) e che a breve dovranno anche affrontare il tema del futuro della società, compreso in nuovo Cda: quello attuale è stato difatti prorogato di qualche mese vista la scadenza in periodo elettorale. In entrambi gli assessorati ci sono comunque facce nuove e, curiosamente, si tratta dei due vice delle Giunte.

Dal lato Palafrizzoni alla Mobilità c’è il vicesindaco Gianfranco Ceci: «L’estensione del tram è una delle nostre priorità: siamo fiduciosi che a settembre, con la riapertura delle scuole, la linea per la Valle Seriana veda crescere in modo significativo il numero giornaliero (circa 6.000, ndr) dei passeggeri. Ci confronteremo con la Provincia per decidere la priorità tra la linea per la Valle Brembana e quella est-ovest attraverso il capoluogo».

D’accordo il collega (vicepresidente in Via Tasso) Giuliano Capetti: «Siamo ovviamente molto interessati: sappiamo che i tempi sono molto ristretti e per questo motivo ci confronteremo a breve con i vertici della società per decidere come muoverci e su quale progetto puntare per primo».

La linea T2 Bergamo-Villa d’Almè è lunga poco meno di 10 km, e staccandosi in zona San Fermo dal tracciato per la Valle Seriana passa per Valtesse, Ponteranica, Sorisole, Petosino, Almè e Paladina. I costi sono di circa 12,3 milioni di euro al km. In verità nel 2005 la Giunta provinciale Bettoni aveva anche approvato il preliminare per l’estensione fino a San Pellegrino: altri 17 chilometri al costo di 130 milioni di euro passando per Sedrina, Zogno e Ambria. Ad occhio e croce la sola chance di questa tratta è legata al successo del progetto di rilancio di San Pellegrino portato avanti dall’imprenditore Antonio Percassi.

Per contro la linea cittadina T3 est-ovest è lunga 6 chilometri, ma il costo unitario è di 25 milioni ogni 1.000 metri (tipico in situazioni urbane) e quindi il totale ammonta a 145. Il progetto si sviluppa lungo le vie Corridoni-Suardi-Frizzoni-Camozzi-Porta Nuova-Broseta-Curie fino al capolinea del nuovo ospedale.

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