Mancata riforma e poco personale
Giudici di pace, sciopero lunedì

La mancata riforma della Giustizia di pace e la carenza di personale amministrativo. Sono questi alcuni dei motivi che da lunedì 13 al 18 luglio porteranno i Giudici di pace a incrociare le braccia. L’Associazione nazionale Giudici di pace e l’Unione nazionale Giudici di pace hanno infatti indetto uno sciopero nazionale della categoria.

Alla base della manifestazione di protesta, una serie di motivi: in primis «la mancata riforma della Giustizia di pace - spiegano in una nota i presidenti delle due associazioni Gabriele Longo e Francesco Cersosimo -, sulla quale non è stato neanche avviato un confronto con la categoria, nonostante l’impegno assunto nel settembre 2008 dal ministro Alfano e dal sottosegretario Caliendo di superare l’attuale situazione di precarietà della categoria, che presuppone necessariamente il riconoscimento della rinnovabilità dei mandati fino a 75 anni e delle tutele previdenziali, retributive e ordinamentali previste dalla Costituzione».

Tra le motivazioni ci sono anche «le gravissime disfunzioni degli uffici del Giudice di pace determinate dalla assoluta insufficienza del personale amministrativo in servizio, carente del 50 per cento rispetto alle necessità e dalla irrazionale distribuzione dei giudici sul territorio, con enormi differenze dei carichi di lavoro da ufficio a ufficio (fino a 500 volte)». Infine la a nota sottolinea il rischio di paralisi per l’aumento delle competenze legato anche agli effetti della normativa sugli immigrati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA