C'è la crisi, al mare non si va
Per i bagni c'è il fiume Adda

Tempo di crisi economica? Allora invece che tutti al mare tutti al fiume Adda. Come dimostrato dalla moltitudine di persone, extracomunitari e non, residenti in provincia di Milano e di Bergamo, che anche quest'anno, con l'inizio della bella stagione, hanno iniziato a riversarsi quotidianamente sulle aree fluviali di Cassano, Fara e Canonica d'Adda. Complice anche la crisi economica che, proprio perché gratuite, ha fatto delle sponde del fiume Adda il luogo ideale per prendere il sole e trascorrere un pomeriggio in relax. Nonostante la balneazione sia vietata.

E l'attrattiva turistica del fiume Adda sta però creando non pochi grattacapi ai tre Comuni. Quest'anno a Cassano d'Adda per regolamentare la fruizione delle aree fluviali il sindaco Edoardo Sala (Il popolo della Libertà) si è visto costretto ad emanare una ordinanza che istituisce numerosi divieti finalizzati a mettere fine ad alcune pratiche alle quali si può assistere soprattutto la domenica quando il numero dei fruitori aumenta in modo esponenziale. E soprattutto nei luoghi più frequentati come il traversino, lingua di cemento ai piedi del ponte della provinciale 11, ed il «Pignone», area verde nella frazione di Groppello.

Anche per Fara il fiume Adda è diventato un grattacapo. Il Comune negli ultimi tre anni è stato impegnato soprattutto in politiche di prevenzione contro il verificarsi degli annegamenti. Ora anche per il sindaco Valerio Piazzalunga (lista civica per Fara) è venuto il momento di valutare l'ipotesi di emanare, a partire dalla prossima estate, una ordinanza che regoli, soprattutto nelle ore serali, la fruizione delle aree verdi ai piedi della passerella e confinanti con il parcheggio del centro sportivo.

Canonica d'Adda è invece il Comune che ha meno problemi legati alla fruizione delle sponde dell'Adda perché attualmente non presenta aree fluviali particolarmente frequentate.

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