Studenti orobici ambasciatori
delle università italiane in Libia

Da Bergamo alla Libia, per porre le basi di una collaborazione tra atenei e di una serie di scambi culturali tra giovani dei due Paesi. Un gruppo di otto studenti dell'università di Pavia, quattro dei quali bergamaschi, ha trascorso otto giorni in terra libica, incontrando le più importanti autorità culturali del Paese. Il quartetto orobico era formato Valerio Bagattini, laureato in Giurisprudenza, Eliana Tadini, al 2° anno di Medicina, Marco Giovanni Persico, laureando in Scienze Chimiche, ed Erika Maffioletti, al 4° anno di Medicina, residente a Boltiere.

Dal 28 luglio gli studenti sono stati investiti della carica di «ambasciatori» e hanno rappresentato l’università di Pavia e gli altri atenei italiani in Libia, incontrando i rettori di alcune delle più importanti università libiche (Al-Fateh University, El-Mergheb University e Nasser University) e i rappresentanti dei ministri della Cultura, dell’Istruzione e della Gioventù libici.

Las piccola delegazione è stata anche ospite della più importante istituzione del pensiero e cultura libica: l’Accademia del pensiero della Jamahiriya, e visitare le sedi di radio, tv e quotidiani di Tripoli. Non sono nemmeno mancati momenti di incontro e scambio diretto con gli studenti locali.

La visita, che ha coinciso con le celebrazioni per il 40° della Grande Rivoluzione Libica e per il 10° anniversario della nascita dell’Unione Africana, ha gettato le basi per la costruzione di reti di gemellaggio e scambio tra atenei italiani e libici.

L’università di Pavia è stata scelta come rappresentante delle Università italiane a seguito di una intervista rilasciata dal rettore Angiolino Stella ad un importante quotidiano di Tripoli nella scorsa primavera, durante il soggiorno in italia di un giovane giornalista libico, Aiman Gaballah, che si è poi prodigato nell’organizzazione della visita in Libia.

La settimana libica ha previsto anche momenti di visita ai momumenti e ai siti archeologici di cui è ricca questa nazione, come Sabratha e Leptis Magna. L’interesse per l’Italia è forte tra i giovani libici, molti dei quali già studiano e parlano l’italiano correttamente, e sognano di poter venir presto a compiere i loro studi e ricerche in Italia, soprattutto nei principali centri di Ingegneria e Medicina.

© RIPRODUZIONE RISERVATA