Napoleone: «Prudenza sui dehors
E in città si evitino i grattacieli»

«Dehors nelle piazza storiche? Valuteremo i singoli progetti». L'architetto Giuseppe Napoleone, della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, risponde così alla richiesta di trasformare i tavolini all'aperto in strutture semipermanenti, chiudibili d'inverno, come esistono in tante città europee: «Mi sembra difficile piazzare dehors accettabili in Piazza Vecchia, Piazza Pontida, o sul Sentierone, in ogni caso è un merito per il Comune di Bergamo aver approntato un regolamento per normare una materia delicata, è stato fra i pochi a farlo e anche il Comune di Milano vi si è ispirato».

Valutare caso per caso è la parola d'ordine della Soprintendenza, in una città come Bergamo che assomma un ragguardevole patrimonio monumentale e di edifici pubblici con più di cinquant'anni. Prendiamo due progetti, probabilmente al tramonto amministrativo, ma che tanto han fatto discutere i bergamaschi: il palazzo della Provincia e l'ascensore-torre per Città Alta.

Architetto Napoleone, che ne pensa la Soprintendenza ai beni architettonici?
«Tutto sommato, il progetto vincitore per la nuova sede della Provincia non è un granché come altezza, tuttavia mi sembra che Bergamo non abbia la vocazione per i grattacieli e se si astiene dal costruirne, è meglio, perché lo skyline di Città Alta dev'essere preservato così com'è: ormai è un unicum monumentale che si legge nel suo complesso».

E l'ascensore? Si possono o no bucare le mura?
«Sull'ascensore per Città Alta, mi sembra che il sindaco Tentorio non intenda più fare la torre e preferisca tornare a una risalita all'interno dello spalto. Noi ci eravamo già espressi in passato, sostenendo che tutto ciò che contribuisce al maggior rispetto del monumento e che è meno impattante, sarà ben accetto, se il Comune è pronto a sostenere i costi e le difficoltà di una progettazione compatibile».

Del restauro del teatro sociale siete soddisfatti solo in parte.
«Complessivamente è un buon restauro, ma l'inaugurazione è avvenuta un po' presto. In aprile avevo scritto al sindaco per congratularmi e auspicare il completamento del restauro nei dettagli decorativi e soprattutto per la sistemazione dell'arco scenico del loggione, del ridotto dei palchi e perché si ripristini la volta interna, dove si possono anche riposizionare gli affreschi del Querena che erano stati strappati in tempo prima del crollo della vecchia volta. Il teatro ora è salvo, tuttavia un edificio del Pollack, secondo la Soprintendenza, vale un restauro fino all'ultimo dettaglio».

Con il Comune state lavorando anche in Cittadella, per il restauro della torre.
«Sono stati rinvenuti anche nuovi affreschi. Il cantiere funziona e il restauro non mi preoccupa. Come, invece, un altro progetto in piazza Mascheroni».

L'ampliamento dell'albergo San Lorenzo?
«Abbiamo molta perplessità e sarebbe meglio una revisione del progetto. Si tratta infatti di una volumetria tale da nascondere completamente la vista sulla pianura e le montagne, ciò che dà particolare respiro a una piazza di delicato equilibrio con il palazzo Roncalli, il Carmine e il contrasto con la struttura chiusa della Cittadella. Sarebbe un deciso peggioramento per la città».

Parliamo del restauro dei restauri: Astino. Arrivano già le critiche. Che ne pensa la Soprintendenza?
«Ho fatto un sopralluogo dieci giorni fa e i lavori, secondo me, procedono correttamente. Stanno sistemando le urgenze: i tetti, le lesioni statiche, i capitelli lesionati, cose così. Un intervento di consolidamento per punti, che renderà poi possibile il restauro vero e proprio. Ho chiesto che siano messi in sicurezza subito, prima dell'inverno, intonaci e affreschi che si trovano sulle facciate e all'interno della chiesa. La Mia è d'accordo».


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