Iseo: «Basta Formula 1 sul lago»
Appello di ambientalisti e sportivi

«Quale tipo di turismo intendete favorire sul lago? Potenti motoscafi e seconde case o barche a vela, sport d'acqua, alberghi e bed and breakfast?». Sono gli interrogativi che associazioni ambientaliste, gruppi sportivi e semplici appassionati rivolgono in queste settimane agli amministratori dei paesi dell'Alto Sebino, chiedendo loro una nuova regolamentazione relativa alla presenza dei motoscafi sul lago.

Il dibattito si è aperto quando, per quasi un mese, sul lago d'Iseo non ha operato la motovedetta dei carabinieri di Iseo e il Sebino si era quindi trasformato «in una pista da Formula 1», secondo il giudizio del sindaco di Sarnico Franco Dometti. Ora il servizio di vigilanza della motovedetta è stato ripristinato, ma il problema della coabitazione tra grossi motoscafi e piccole imbarcazioni a vela resta.

«Ormeggiati nei porti di tutto il lago d'Iseo - spiega Max Barro, di Legambiente Alto Sebino - sia nella sponda bergamasca che in quella bresciana, ci sono decine e decine di motoscafi che potremmo definire normali, lunghi da quattro metri e mezzo a sei metri. Quelli che ci preoccupano sono però i motoscafi d'altura, quelli cioè progettati e costruiti per viaggiare in mare al largo dalla costa. Nel nostro lago ce ne sono una trentina, e solo per una semplice combinazione non sono mai tutti contemporaneamente in acqua: se però viaggiassero tutti insieme creerebbero rumore, inquinamento, traffico difficile da gestire e onde molto pericolose per chi esce in barca a vela o con il windsurf. Questi motoscafi infatti sono semplicemente troppo grossi e troppo potenti per il nostro lago».

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