I chirurghi dei Riuniti in missione
in Mongolia per operare i bambini

Dal 4 settembre il primario di Chirurgia pediatrica, due chirurghi plastici e  un  anestesista  saranno  impegnati  in  sala operatoria per trattare le malformazioni  congenite  e  gli  esiti  da  ustioni dei piccoli ricoverati all’ospedale  di Arvayheer, in Mongolia.

Arriverà  in  Mongolia  il  4  settembre  la delegazione di medici degli Ospedali Riuniti che per una settimana eseguirà interventi,  soprattutto  pediatrici,  all’ospedale di Arvayheer. Si tratta della  prima missione medica dopo i contatti avuti nei mesi scorsi in vista di  un  futuro  gemellaggio  tra le due strutture sanitarie, sul modello di
quanto   già   avvenuto  con  l’Uzbekistan,  sotto  l’egida  della  regione
Lombardia.  Con  Maurizio  Migliori  della  Direzione  Medica partiranno il primario  di  Chirurgia  pediatrica  Daniele  Alberti, i chirurghi plastici Marcello  Carminati  e  Luca Ortelli, l’anestesista Bruno Carrara e Michele Andreoletti  dell’Ingegneria  clinica,  che  compirà una ricognizione sulle apparecchiature in uso.

Per  una  settimana  si occuperanno di malformazioni congenite e di ridurre gli  esiti  di  ustioni,  molto  frequenti tra i bambini della zona a causa dell’utilizzo  di  stufe  per il riscaldamento, ma anche dell’addestramento del  personale sanitario locale. «Eseguiranno interventi che non richiedono poi  il  ricovero  in Terapia Intensiva, perché la struttura sanitaria ne è priva,  nonostante  l’ospedale  sia  il centro di riferimento della regione dell’Uwrkhangay, dove vivono circa 360 mila persone. La struttura conta 200 posti  letto e ha attivi tutti i reparti di base, dall’Ostetricia al Pronto Soccorso, ma le condizioni in cui medici e infermieri si trovano ad operare sono  molto  diverse  da quelle della realtà italiana», spiega il direttore amministrativo Gianpietro   Benigni,   che  ad  Arvayheer  incontrerà  la delegazione  dei  Riuniti,  trovandosi  in  Mongolia in veste privata nello stesso  periodo,  e presenzierà agli incontri con le autorità locali.

Oltre all’attività  strettamente  clinica  infatti  il  programma  del  soggiorno prevede  contatti  con  l’Assessore  regionale  alla Sanità per predisporre quello  che  dovrebbe  essere,  nei  prossimi  due  anni, un vero e proprio gemellaggio sotto l’egida della Regione Lombardia.

Questa   missione   s’inserisce   in   un   percorso  avviato  dall’Wopsec,
associazione  che raduna i chirurghi pediatrici a livello mondiale e che ha già  intessuto  rapporti  di collaborazione con le autorità locali. I primi contatti  sono  scaturiti  grazie  a  padre  Ernesto  Viscardi, missionario bergamasco  della  Consolata di Torino attualmente con altri confratelli in Mongolia.   Grazie  a  Wopsec  altre  équipe  hanno  già  portato  il  loro contributo:  da alcuni sanitari francesi ai rappresentanti dell’ospedale di Treviso,  che  tornerà  sul  posto  anche  il  prossimo  ottobre  e  che ha apprezzato il coinvolgimento dei Riuniti per garantire una certa continuità alle missioni umanitarie.

La delegazione bergamasca porterà con sé 60 chilogrammi di materiale tra indumenti, presidi e attrezzi chirurgici, parte dei quali sono stati donati da alcune aziende che operano nel settore. Nell’ambito del trasferimento nel nuovo ospedale, e della conseguente dismissione di alcune apparecchiature che saranno rinnovate, l’ospedale in Mongolia è tra le strutture che potrebbero ricevere parte della tecnologia dismessa.

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