A4, quarta corsia promossa:
meno traffico e incidenti mortali

Quarta corsia promossa, a quasi due anni dall'apertura: dal 30 settembre 2007 a oggi, la situazione sulla A4 è radicalmente migliorata, sia sul versante del traffico che su quello della sicurezza e dell’inquinamento. Qualche dato: in due anni si registra l’89,8% in meno di tempo perso e l’81,8 di eventi di «traffico bloccato». Il tasso d’incidentalità è pressoché dimezzato: meno 49,7%.

Ancora meglio sul fronte della mortalità: meno 65%. Per quanto riguarda gli inquinanti, si calcola un meno 35% di emissioni di monossido di carbonio, meno 13 per gli ossidi di azoto, meno 14 per i composti organici volatili, meno 22 per le polveri sottili.

Benefici che si azzerano una volta superata la barriera di Milano est, dove per i pendolari a quattroruote riprendono i dolori. Ma anche qui potrebbero esserci buone notizie: «Tra poche settimane ultimeremo il progetto definitivo per l’ampliamento alla quarta corsia dinamica del tratto tra gli svincoli di viale Certosa e Sesto San Giovanni», annuncia l’amministratore delegato di Aspi (Autostrade per l’Italia) Gianni Castellucci. Si tratta di ampliare l’attuale corsia d’emergenza così da permetterne l’uso nei momenti di punta attraverso una regolarizzazione con semafori, sul modello della tangenziale di Bologna, che ha dato ottimi risultati.

«Con il progetto definitivo chiederemo l’apertura della Conferenza dei servizi e la valutazione d’impatto ambientale - spiega Castellucci -. Difficile dire cosa possa succedere in Italia, dove a volte procedure del genere sono durate anche 3-4 anni, ma vista l’urgenza ritengo che tutto si possa chiudere nel giro di 6-9 mesi. E sarebbe un record».

Ma due anni dopo il taglio del nastro va anche registrato come il traffico sulla Milano-Bergamo a volte registri picchi preoccupanti: «La situazione è comunque sotto controllo, c’è stato un incremento nell’ordine dell’8-10 per cento appena dopo l’apertura, a conferma delle potenzialità del tratto, ma dopo la crescita è stata contenuta e solo in rari casi con percentuali superiori a quelle dell’intera rete».

Per saperne di più leggi L'Eco in edicola il 5 settembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA