Educazione stradale a scuola
La Regione lancia la proposta

L'educazione stradale deve diventare materia di insegnamento nelle scuole. E’ quanto stabilisce la risoluzione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale che sollecita anche la revisione dei programmi e dei percorsi formativi delle scuole guida. La risoluzione (relatore Stefano Tosi, PD) - frutto del lavoro delle Commissioni Sanità, Territorio, e Cultura, Giovani e Sport e coordinata da Marcello Raimondi - si pone il duplice obiettivo di valorizzare la collaborazione e la partecipazione di soggetti pubblici e privati, coinvolti nell’attività di prevenzione, e di avviare azioni positive e adottare tecnologie idonee a ridurre gli incidenti stradali.

Il documento invita la Giunta a elaborare una proposta di legge al Parlamento per la revisione e l’adeguamento della normativa regionale. La risoluzione invita inoltre il Governo lombardo a fare quanto necessario per sensibilizzare i cittadini e soprattutto i giovani sul tema della sicurezza stradale. Si chiede dunque, tra le altre cose, di fissare limiti di velocità per le motociclette, eliminare cartelli pubblicitari lungo le strade, introdurre un carattere educativo e non solo punitivo della pena e destinare i proventi derivanti da contravvenzioni e multe alla prevenzione degli incidenti. Vengono sollecitati interventi per velocizzare le procedure di soccorso e di rilevamento degli incidenti e incrementare i controlli sulle strade. Tra le richieste contenute nel documento anche l’organizzazione di una giornata regionale dedicata alla sicurezza stradale e la promozione di attività di sostegno e assistenza alle vittime di incidenti.

La risoluzione è frutto di un lavoro di indagine svolto da un gruppo bipartisan composto da 12 consiglieri regionali coordinato da Marcello Raimondi consigliere regionale e oggi sottosegretario alla Presidenza, che afferma: «È in atto una distorsione culturale sul ruolo del fattore umano nella sicurezza stradale. Gli incidenti accadono in stragrande maggioranza alle persone sobrie e sane, nel pieno delle loro facoltà: quelli dovuti all’abuso di alcol e droga risultano essere tra il 5 e il 7 per cento. Gli incidenti non nascono, dunque, dalla trasgressione ma al contrario dalla presunzione di saper guidare».

PRINCIPI ISPIRATORI DELLA PROPOSTA DI LEGGE AL PARLAMENTO
Introduzione dell’educazione stradale tra le materie d’istruzione scolastica di primo e secondo grado, revisione completa del percorso formativo per l’acquisizione dei titoli di abilitazione alla guida con l’anticipo a 16 anni della formazione alla guida da parte dei giovani fino al conseguimento della patente dopo i 18 anni, obbligo per le compagnie di assicurazione di destinare una parte dei proventi dei premi assicurativi a iniziative di formazione continua, obbligo per le aziende costruttrici di veicoli di incentivare i clienti al monitoraggio volontario dei propri comportamenti di guida, la già citata caratterizzazione educativa e non solo punitiva per le infrazioni al codice della strada, la destinazione dei proventi delle contravvenzioni e delle multe unicamente a spese per la prevenzione degli incidenti, l’introduzione di un limitatore di velocità per le motociclette che circolano sulla rete stradale, l’obbligo del casco per i ciclisti, l’ammodernamento delle procedure di rilevamento degli incidenti stradali con l’introduzione delle moderne tecnologie disponibili, l’equiparazione giuridica della strada ad ambiente di lavoro, l’introduzione dell’educazione stradale nelle norme riguardanti la prevenzione degli infortuni sul lavoro, l’obbligo per i conducenti stranieri di acquisire identici titoli di guida in sicurezza dei conducenti italiani, la differenziazione delle strade per la loro funzione e non per la competenza gestionale, la razionalizzazione dei limiti di velocità, la riduzione al minimo della segnaletica verticale, e infine l’eliminazione dei cartelli e della segnaletica pubblicitaria lungo le strade specie in quelle extraurbane.

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