Piano casa, esclusa Città Alta
Sui Colli impatto ridotto

La scorsa settimana l'appello era stato lanciato da Giulia Maria Mozzoni Crespi a tutti i sindaci della Lombardia. «Il territorio lombardo è un patrimonio da tutelare», aveva detto in estrema sintesi il presidente del Fai, il Fondo per l'ambiente italiano, riferendosi alla possibilità da parte degli enti locali di escludere determinate aree dal Piano Casa, recentemente approvato con la legge regionale 13. A distanza di pochi giorni, il Comune di Bergamo ha già risposto o quasi. Anche perché il termine fissato dalla normativa per istituire queste «zone franche» non è poi così lontano: 15 ottobre.

E se la delibera dovrà prima passare in Giunta e in Consiglio comunale, l'orientamento è già chiaro: «Abbiamo trovato la convergenza – spiega l'assessore all'Edilizia privata Tommaso D'Aloia – per tutelare due ambiti urbanistici e una tipologia di edifici che meritano di essere presi in considerazione per le loro valenze architettoniche e paesaggistiche. Per quanto riguarda gli ambiti saranno escluse dal piano Città Alta e i borghi storici per ovvi motivi e tutte le aree di trasformazione urbana sulle quali non ci possiamo permettere di impegnare volumetrie al fine di non pregiudicare le previsioni urbanistiche. Nella stessa logica sul piano delle tipologie tuteleremo quegli edifici per i quali è previsto il restauro e il risanamento conservativo».

E i colli? «Per quelli – aggiunge l'assessore – è già prevista una forma di garanzia da parte della legge con una riduzione del 20% sugli aumenti consentiti dalla normativa». A proposito: quali sono i capisaldi del piano casa regionale? Nella sostanza il piano approvato dal Pirellone nei mesi scorsi consentirà ampliamenti fino al 20% della volumetria attuale per gli edifici residenziali di piccola dimensione (meno di mille metri cubi). Per quanto riguarda, invece, la ricostruzione di immobili residenziali esistenti l'incremento del volume non dovrà superare il 30%. In quest'ottica la normativa pone l'accento sul recupero e il riutilizzo a scopo residenziale di immobili abbandonati, sottoutilizzati o che attualmente hanno un'altra destinazione, senza trascurare la demolizione e la riedificazione di edifici residenziali produttivi secondo particolari norme, oltre alla riqualificazione di quartieri di edilizia residenziale pubblica. Secondo le previsioni della Regione, con la nuova legge a Bergamo saranno ampliati 710 mila metri cubi di volume residenziale. E sempre nella nostra città saranno demoliti e successivamente riedificati 240 mila metri cubi di residenziale; 192 mila metri cubi riguarderanno, infine, le demolizioni e le successive ricostruzioni degli edifici produttivi e artigianali. Le domande potranno essere presentate dal 16 ottobre per 18 mesi e cioè fino al 15 aprile 2011. «L'interesse non manca – conclude l'assessore all'Edilizia privata Tommaso D'Aloia –, abbiamo già ricevuto parecchie richieste a livello informale e questo lascia ben sperare per la ripresa del mercato edilizio che è uno degli obiettivi cui punta il piano regionale. Vedremo cosa succederà dopo la metà di ottobre».

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