Valcanale, denunciato bracconiere
Mezzi vietati e crudeltà nella caccia

In un’operazione antibracconaggio, svoltasi in questi giorni in Valcanale, gli agenti del Corpo forestale dello Stato dei comandi stazione di Gromo e Clusone hanno denunciato un bracconiere e sequestrato 240 mezzi vietati alla caccia.

La persona denunciata era tenuta sotto controllo da qualche tempo, da quando era stato pizzicato due anni fa in Valcanale, sopra Ardesio, dove aveva collocato abusivamente oltre 500 archetti ed era stato poi condannato a pagare una multa di 1,520 euro, ma non aveva perso il vizio di svolgere attività illegale sul territorio.

E non aveva, nemmeno, fatto i conti con l’impegno degli uomini della Corpo Forestale dello Stato che, dopo alcuni giorni di appostamento, hanno colto in flagranza il bracconiere. E, così, un cinquantunenne di Ardesio è stato sorpreso nuovamente dagli uomini della Forestale mentre era intento a prelevare le prede (6 pettirossi e 1 tordo bottaccio morti con le zampe spezzate) intrappolate negli archetti collocati ed occultati nella vegetazione in località Vaghetto alto in Valcanale in territorio comunale di Ardesio.

Gli Agenti della Forestale hanno sequestrato sul posto 240 archetti, materiale per la costruzione di altri archetti e mezzo chilo di bacche, raccolte dal sorbo degli uccellatori, utilizzate come esche. Nel successivo controllo nella residenza del bracconiere sono stati sequestrati altri 75 esemplari di avifauna protetta (pettirossi) rinvenuti nel congelatore di casa e provenienti dall’attività illecita.

Il Comando provinciale del Corpo forestale dello Stato nel confermare il fatto accaduto ha riferito che «il bracconiere è stato denunciato a piede libero all’Autorità giudiziaria con l’accusa di svolgere uccellagione con l’aggravante dell’uso di mezzi vietati in violazione delle normative sulla caccia nonché per uccisione di animali con crudeltà perché provocata dagli effetti mortali degli archetti in violazione dell’art. 554-bis del codice penale, delitto contro gli animali inserito nel codice penale dalla legge 189 del 2004. Ora l’autore rischia fino a 18 mesi di reclusione e si spera che abbia imparato la lezione sul rispetto delle regole».

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