Progetto Rea per Palazzo Visconti
A Brignano i lavori sono a rischio

Una gru che svetta nel cielo di Brignano proprio dove sorge l'ala privata di Palazzo Visconti, edificio gioiello della Bassa, è ormai diventata il simbolo di un intervento di ristrutturazione fermo da troppo tempo. La gru è immobile in quella posizione dal 2001 e per i brignanesi è ormai entrata a far parte del paesaggio. Ma quella gru sembra lì anche per ricordare a tutti che, alcuni metri più in basso, il «Palazzo Nuovo», come viene chiamata quest'ala, sta lentamente ma inesorabilmente risentendo del tempo che passa.

Il cortile dell'ala privata (la parte confinante, più piccola e nota come «Palazzo Vecchio», è di proprietà comunale e da qualche anno, dopo il restauro, ospita il municipio) è ormai zeppo di erbacce incolte, mentre sui muri settecenteschi si notano pezzi di intonaci ormai staccati dalla parete. E non è difficile immaginare come il mancato restauro starà danneggiando anche gli spettacolari (ma, al momento, inaccessibili al pubblico) affreschi realizzati, tra gli altri, anche dai fratelli Galliari di Treviglio. Palazzo Visconti è noto anche come «castello dell'Innominato» perché il 16 settembre 1579 a Brignano nacque quel Bernardino Visconti al quale il Manzoni si ispirò per plasmare il personaggio dell'Innominato nei Promessi sposi: il Visconti visse nel palazzo di Brignano, che però non è – va precisato per dovere di cronaca – lo stesso maniero descritto nel capolavoro manzoniano.

La storia del Cinquecento e del Seicento si intreccia con quella della fine del Novecento, quando l'ala privata del palazzo viene acquistata dalla Cirio di Sergio Cragnotti. Alla fine degli anni Novanta la società diede finalmente vita a un intervento di restauro, piazzando nel cortile interno di Palazzo Nuovo quella gru che, a distanza di oltre dieci anni, si trova ancora lì. Dopo il crac Cirio anche Palazzo Visconti venne infatti ceduto. Un altro barlume di speranza arrivò nel 1997, con l'acquisto dell'immobile a un'asta – per la somma di 11 milioni di euro – da parte della Rea Spa, la società proprietaria dell'inceneritore di Dalmine, controllata dalla Green Holding di Giuseppe Grossi, arrestato martedì. Anche la Rea sembrava intenzionata a metter mano al Palazzo per far ripartire i lavori di ristrutturazione, ma anche in questi anni la gru è sempre rimasta ferma. «La notizia dell'arresto ha stupito anche me – spiega il sindaco Valerio Moro – visto che mi sarei dovuto incontrare proprio con Grossi mercoledì prossimo, il 28 ottobre, appunto per parlare del futuro di Palazzo Visconti, visto che si era detto intenzionato a riprendere alla svelta i lavori di ristrutturazione. A questo punto non so davvero cosa pensare. L'appuntamento era in agenda e sicuramente mi farò vivo con la società per capire cosa accadrà ora».

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