Montichiari, Brescia prova a ricucire
«L'holding aeroportuale è opportuna»

«Vi scrivo per richiamare la vostra attenzione sulla pericolosa situazione di stallo che si sta creando intorno all'aeroporto di Montichiari». Inizia così la lettera aperta che il Sottosegretario di Stato al ministero dell'Economia, Daniele Molgora, Presidente della Provincia di Brescia, ha inviato al sindaco di Verona, Flavio Tosi, al presidente della Provincia di Verona Giovanni Miozzi, al presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, al Sottosegretario di Stato Aldo Brancher, al Sottosegretario di Stato Alberto Giorgetti, e al Sottosegretario di Stato Stefano Saglia. Una lettera che intende di fatto ricucire lo strappo con le istituzioni veronesi, azioniste del Catullo, in merito alla situazione dello scalo di Montichiari.

«A Brescia - scrive tra l'altro Molgora - siamo ben consapevoli che senza alleanza con Verona e Trento non ci sono possibilità di uscita dal tunnel della crisi per l’aeroporto di Montichiari, ma se all’unanimità riconosciamo che l’obiettivo di tutti è cercare di far crescere i propri territori, allora quale può essere la vera garanzia affinché ognuno raggiunga il suo obiettivo? Brescia ha indicato una strada giudicata impraticabile da Verona e viceversa, allora perché, mi chiedo, non fondere le due proposte? Brescia chiede la garanzia della concessione (pagandola secondo valutazioni di mercato, sia chiaro) sull’aeroporto territorialmente suo, Verona offre una crescita dei Bresciani in Catullo; le due vie non sono incompatibili: la creazione di un gruppo di due società (D’Annunzio e Catullo) ognuna con la propria concessione a partecipazioni incrociate, con Brescia al 20/25% in Catullo e Verona azionista in maggioranza assoluta nella stessa Catullo e, in maniera esattamente speculare, al 20/25% in D’Annunzio, oltre ad una significativa quota di Trento da entrambe le parti, comporterebbe una tale legame e un tale cointeressamento da parte dei due “sistemi” che sarebbe di estrema garanzia per tutti».

«In sostanza - si chiude la lettera -, indipendentemente dalla futura e, probabilmente, opportuna creazione di una holding, si creerebbe un intreccio talmente forte fra le tre realtà provinciali che il sistema aeroportuale del Garda diventerebbe per dimensioni addirittura l’arbitro della futura espansione del traffico aereo a livello nazionale».

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