Il papà: «È come una rinascita»
A Brembate campane a festa

«È una grande gioia, anche se sto attendendo le necessarie conferme». È emozionato Salvatore Marzullo, papà di Vanessa, pochi minuti dopo aver
appreso della liberazione della figlia in Siria.

Marzullo lavora in un ristorante di Verdello, il paese dove da qualche tempo vive appunto con la figlia. Appresa la notizia è scoppiato in lacrime, anche se fa sapere di non voler false speranze e, per questo, si limita a dirsi molto contento, in atteso delle dirette conferme istituzionali. «Ora spero vada davvero tutto liscio», si limita ad aggiungere.

«Mi sembra di rinascere» aggiunge più tardi in diretta su Radio Città Futura: «Ho tanta voglia di abbracciarla. Sentirò il battito del cuore e vedrò cosa riuscirò a dirle, anche se in questi casi non c’è bisogno di tante parole». Salvatore Marzullo ha detto di essere stato informato della liberazione dal ministero degli Esteri: «Ho atteso fino all’ultimo prima di gioire, attendendo l’ufficialità, ora finalmente posso pienamente gioire. Ringrazio la Farnesina e tutte le Istituzioni: hanno fatto più del loro dovere». Ha mai temuto il peggio?«No, dal Ministero ci hanno sempre assicurato che avrebbero fatto il possibile. Certo, eravamo molto preoccupati. Ora per fortuna è tutto passato ed è come una rinascita».

«È la notizia che aspettavamo e per la quale avevamo anche pregato a Natale, quando era stato diffuso quel video che ci aveva fatto preoccupare. Oggi il paese è immerso nella gioia». Sono le parole di don Cesare Passera, parroco di Brembate, che oggi ha fatto suonare a festa le campane non appena si è diffusa la notizia della liberazione della sua parrocchiana.

«Io sono parroco qui da settembre, dunque quando Vanessa era già stata rapita - aggiunge -: per questo non l’ho mai conosciuta direttamente. Tuttavia ora attendo di abbracciarla assieme a tutti gli altri parrocchiani. Per mesi siamo stati preoccupati, oggi finalmente c’è un grande sollievo. Si sono esaudite le nostre preghiere. Sono entrato nei vari bar e negozi del paese per annunciare a tutti la liberazione di Vanessa e tutti hanno reagito allo stesso modo: con grandi sorrisi e felicità».

«Ci siamo subito sentiti con il sindaco e assieme abbiamo deciso di far suonare le campane a festa - aggiunge il sacerdote -: chi ancora non sapeva della liberazione, si è così chiesto il motivo di tanta gioia e lo ha potuto apprendere all’interno della comunità. Ora aspettiamo di aver di nuovo qui con noi Vanessa. Finalmente una buona notizia. È un grande sollievo. Grazie a chi ha lavorato per la sua liberazione».

«L’ho saputo anche io adesso, sono davvero felice a nome di tutta la comunità». Sono le prime parole di Mario Doneda, il sindaco di Brembate, il paese della Bergamasca dove Vanessa Marzullo aveva abitato prima di trasferirsi, di recente, a Verdello. «Non conosco direttamente la ragazza né la sua famiglia, che non è originaria di Brembate - aggiunge il primo cittadino -. Tuttavia adesso vorrò conoscerla e incontrarla». All’esterno del municipio, sul tabellone luminoso, compare la scritta: «Vanessa e Greta finalmente libere: ora vi aspettiamo a casa!».

«In questi mesi come paese siamo stati attenti alle indicazioni fornite dalla Farnesina, ovvero di mantenere un basso profilo per via delle indagini in corso. Tutto questo è servito e ne siamo davvero felici» conclude Doneda.

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