A caccia di specie protette in Calabria
(e le prede venivano spedite in bus)

Anche bergamaschi tra i clienti dell’organizzazione sgominata tra Corigliano Calabro e Rossano.

Cacciatori in trasferta in Calabria, provenienti dalle province di Bergamo, Brescia, Vicenza e Padova. E una volta arrivati trovavano trovavano tutto organizzato nei minimi dettagli, dall’alloggio, al vitto fino ai fucili e al munizionamento per poter effettuare la caccia a specie di avifauna protetta e non cacciabile. Lo rivela il quotidiano on line Strilli.it: «I cacciatori, in un vero e proprio “tour venatorio” venivano accompagnati nelle battute di caccia, effettuate nei comuni di Corigliano e Rossano da persone del luogo che poi, si preoccupavano della conservazione della avifauna abbattuta e della spedizione della stessa che avveniva tramite autobus di linea diretti al nord. I pacchi confezionati venivano infatti caricati su autobus di linea come normali spedizioni il cui contenuto era ignoto ai dipendenti delle società di autolinee».

«L’operazione ha smascherato una vera e propria organizzazione dedita a tale attività illegale frutto di una lunga e mirata azione investigativa con servizi di osservazione, controllo e pedinamenti culminata nei giorni scorsi con l’intervento dei militari che hanno bloccato i quattro uomini in un piazzale a Corigliano mentre caricavano su un autobus, in partenza per il Nord Italia, alcuni pacchi risultati contenenti l’avifauna posta poi sotto sequestro». In tutto l’operazione ha portato al sequestro di 3125 capi di avifauna, 28 fucili e circa 600 cartucce: quattro le persone denunciate. L’operazione è stata denominata «Osei 2» (dal nome del tipico piatto «polenta ed osei») e ha visto impegnati «militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e del Gruppo Carabinieri Forestale di Cosenza oltre alle Stazioni di Corigliano, Rossano ed Acri sotto il coordinamento dalla Procura della Repubblica di Castrovillari».

© RIPRODUZIONE RISERVATA