«Affittopoli» nelle case comunali
Undici indagati saranno processati

Una condanna con rito abbreviato (solo per una parte delle accuse), due richieste di messa alla prova, due posizioni sparite - causa prescrizione - dall’inchiesta e undici rinvii a giudizio: questo l’esito venerdì mattina 12 dicembre dell’udienza preliminare sul caso Affittopoli.

La sentenza è arrivata dopo la testimonianza, chiesta dal giudice Bianca Maria Bianchi per chiarire meglio proprio la posizione dell’unica indagata che aveva fatto richiesta di rito abbreviato, di una dipendente comunale: doveva riferire su come fosse stato possibile il passaggio dal fondo della graduatoria fino all’assegnazione di un alloggio a Pietruska Persico (tra l’altro dipendente del Comune), accusata di falso e truffa per aver ottenuto un alloggio omettendo di indicare la presenza della madre nello stato famiglia.

La risposta della testimone è stata risolutiva per portare all’assoluzione dall’accusa di truffa della donna: il «salto» di posizione era stato infatti causato da una revisione delle graduatorie che aveva portato all’eliminazione di parecchie decine di posizioni (se non centinaia) causa irregolarità nella domanda presentata, e l’omissione del dato non avrebbe fatto differenza. Di qui la decisione del gup di condannare solo per falso ideologico a tre mesi di reclusione, con pena sospesa.

Non luogo a procedere invece per Anna Mariani madre di Sonia Rigoletto, principale indagata e all’epoca dirigente dell’Ufficio Alloggi, e per Annette Alfieri, figlia di Antonietta Piccolo, altra dipendente comunale: il reato contestato a entrambe, il falso ideologico, è infatti prescritto, ed entrambe escono così dal processo. Tutti gli altri indagati hanno invece deciso di chiarire a dibattimento con le testimonianze e i documenti le loro rispettive posizioni: il giudice ha fissato la data del 4 marzo 2015 davanti al Collegio del Tribunale di Bergamo per l’udienza di smistamento.

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