Albino, sopralluogo della Regione
«Richiesto lo stato di emergenza»

«Solo nella Bergamasca, escludendo Albino, di cui stiamo ancora raccogliendo i dati, i danni causati dal maltempo di questa estate ammontano già a 10 milioni di euro». Lo ha dichiarato l’assessore alla Sicurezza Protezione civile e Immigrazione di Regione Lombardia, Simona Bordonali.

«Solo nella Bergamasca, escludendo Albino, di cui stiamo ancora raccogliendo i dati, i danni causati dal maltempo di questa estate ammontano già a 10 milioni di euro». Lo ha dichiarato l’assessore alla Sicurezza Protezione civile e Immigrazione di Regione Lombardia, Simona Bordonali, che, giovedì 4 settembre, insieme alla collega Claudia Maria Terzi (Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile), ha effettuato un sopralluogo ad Albino, in provincia di Bergamo, per verificare i danni dell’esondazione del torrente Lujo avvenuta lo scorso 30 e 31 agosto.

La delegazione, di cui facevano parte anche il sindaco di Albino Fabio Terzi e l’assessore provinciale alla Protezione civile Fausto Carrara, ha visitato anche alcune aziende del posto, invase dal fango.

RICHIESTO STATO EMERGENZA - «Regione Lombardia - ha proseguito la titolare regionale della Protezione civile - sta procedendo alla raccolta di informazioni sui danni riportati dalle Pubbliche amministrazioni e dai privati, attraverso le Sedi di Regione Lombardia sul territorio, in modo chiudere la documentazione entro il 30 settembre e poter inviare a Roma la richiesta di stato di calamità».

MODIFICHE DEL TERRITORIO - «Questi eventi nefasti sono il segno di come il rapporto tra uomo e ambiente ha cambiato il territorio - ha aggiunto l’assessore Terzi - è una problematica che deve essere presa con serietà, in passato non è stato fatto e probabilmente basterebbero piccoli accorgimenti per impedire che avvengano».

PICCOLI INTERVENTI - «Abbiamo visto - ha fatto presente la titolare regionale dell’Ambiente - che mantenere più in ordine il letto dei grandi fiumi, ma anche dei corsi d’acqua, dei torrenti e delle rogge, permette all’acqua di defluire meglio. Allo stesso modo, tenere pulire le grate evita che si creino dei tappi e che l’acqua torni indietro, allagando zone che normalmente non sarebbero interessate da questo fenomeno».

IL RUOLO DELLA PREVENZIONE - «Ma quello che dobbiamo capire - ha ribadito Terzi - è che quando le Istituzioni intervengono, mettendo dei paletti entro cui i cittadini devono stare, non lo fanno perché vogliono rendere complicate le loro vite, ma perché spesso e volentieri è proprio l’esperienza passata che ha portato a elaborare queste norme, questi interventi, che possono apparire troppo restrittivi a volte, ma che hanno un senso nell’ottica della prevenzione».

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