Amianto e pensioni facili: tre sindacalisti condannati

Tre condanne e un’assoluzione, sia pure con la formula del secondo comma, che in sostanza richiama la vecchia insufficienza di prove. È terminato così oggi pomeriggio il processo nei confronti di tre sindacalisti e di un funzionario della Dalmine Spa, accusati a vario titolo di truffa consumata e tentata nell’ambito delle cosiddette «pensioni facili» per l’amianto. La sentenza ha spiazzato accusa e difesa, che avevano chiesto nelle loro conclusioni l’assoluzione (per l’accusa con il secondo comma) per tutti e quattro gli imputati.

In particolare il giudice ha ritenuto l’allora delegato della Cgil responsabile del reato contestato in relazione a tre singoli casi (quelli presi in considerazione erano una cinquantina), condannandolo a dieci mesi di reclusione. Nove mesi invece la condanna per il delegato Uil, in relazione a due soli casi. Otto mesi e 15 giorni per il rappresentante della Cisl, per un solo episodio. Per tutti, incensurati, concessa la sospensione condizionale della pena e la non menzione della sentenza.

L’inchiesta, sulla base di una serie di indagini condotte dalla Gdf di Treviglio, avevano ipotizzato che gli imputati avessero favorito una serie di dipendenti della Tenaris Dalmine Spa nell’ottenere i benefici pensionistici previsti per chi lavora a contatto con l’amianto. Le motivazioni verranno depositate tra novanta giorni.

(02/02/2007)

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