Asfalto, degrado e traffico
Otto luoghi di Bergamo da ripensare

Grigi, abbandonati o poco sicuri. La città di Bergamo è fatta anche di angoli dai toni scuri, non proprio accoglienti, da ripensare e inserire in un ipotetico libro dei sogni da realizzare in futuro.

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1- Piazzale della Celadina. Arrivando da Seriate lo si trova sulla sinistra: è un’ampia area asfaltata che, quando non ospita il Luna Park, rimane di fatto vuota. È uno dei tanti parcheggi di periferia che dovrebbe servire da area di interscambio, per arrivare in città con i mezzi pubblici, ma che rimangono sottoutilizzati. Qui ci si è messa anche la burocrazia: ad agosto del 2012 la società Agatonisi si aggiudicò la vendita del piazzale edificabile da 25 mila metri quadri, ma pochi mesi dopo il bando venne revocato dal Comune. Dopo il pasticcio burocratico che aveva portato al flop del primo bando, nell’aprile 2013, l’Agatonisi si aggiudicò di nuovo la gara pubblica. Ad oggi, però, l’acquirente non ha potuto muoversi.

2 - Cavalcavia di Borgo Palazzo. È parte di un’arteria stradale molto importante per la città, che collega la zona dell’autostrada al rondò delle valli. Impossibile non vederlo quando si arriva in Borgo Palazzo: la mega struttura grigia passa sopra via Borgo Palazzo e alle sue spalle si intravedono la zona di piazza Sant’Anna e Città Alta, un contrasto evidente (per i turisti in particolare) tra un pezzo di paesaggio con i colori della Bergamo storica che emerge in lontananza e i toni grigio-scuri di questo manufatto.

3 - Caserma Montelungo. Una ferita aperta nel cuore della città: il vecchio edificio di via San Giovanni cade letteralmente a pezzi, tanto che sulle facciate sono state posizionate delle barriere metalliche per evitare che i calcinacci colpiscano i passanti. Il rilancio della caserma è al centro del dibattito da anni e le proposte non si contano più: dall’ipotesi-Gamec (poi tramontata) alla creazione di un polo museale della musica e della cultura, dal «passante verde» in collegamento con il parco Suardi al museo dell’Energia. Tutto rimasto sulla carta. Il sindaco Gori ha indicato l’operazione-Montelungo come una delle priorità dell’amministrazione per il 2015.

4 - Ex convento delle Clarisse. Nel cuore di Boccaleone l’area è abbandonata da anni e il degrado ha preso lentamente il sopravvento. Circa due anni fa un clochard, in cerca di riparo dal freddo, morì precipitando in una tromba dell’ascensore incompleta. Nel novembre scorso divampò un incendio, forse provocato da un fuoco acceso per riscaldarsi. L’Atalanta di Ruggeri e Begnini voleva farne una cittadella dello sport, la Giunta Gori si accontenterebbe di veder spuntare un centro giovanile. Nel frattempo dopo i solleciti del comitato di quartiere e dell’amministrazione comunale, il curatore fallimentare della Abitare 2006 (proprietaria dell’ex monastero) ha accettato di recintare l’area per impedire ingressi sgraditi. Anche in via Rovelli vengono segnalate dai lettori presenze sgradite.

5 - Stazioni e dintorni. Ultimi ritocchi per il restyling della staziona ferroviaria. Il progetto risale al 2006 (costo previsto di allora: 2 milioni di euro, costo definitivo 6,5 milioni), tanto che il cantiere, originariamente, sarebbe dovuto partire addirittura nel 2007. Poi un’ondata di annunci e rinvii, fino all’autunno di due anni fa. Completati i lavori, la speranza è che aumenti anche la percezione di sicurezza: dall’area circostante (zona autolinee) e nel sottopasso di che porta in via Gavazzeni, infatti, periodicamente arrivano segnalazioni di degrado o episodi di microcriminalità.

6 - Uscita autostradale. Un intreccio di rampe e svincoli, così si presenta l’uscita autostradale di Bergamo, il primo biglietto da visita per chi arriva in auto nella nostra città. Un biglietto non proprio gradevole. Famigerato l’incrocio tra l’uscita dell’autostrada la rotatoria che porta alla Circonvallazione delle Valli e all’asse interurbano: per attraversarlo e salire sull’asse, oltre che mettersi in coda, bisogna fare una sorta di «roulette russa» schivando le auto che arrivano (spesso a tutta velocità) dall’autostrada. Stessa scena, forse anche peggio, per la vicina uscita dell’asse interurbano per Bergamo: code, tachicardia e torcicollo sono assicurati, spesso accompagnati da qualche tamponamento.

7 - Rotatoria di Colognola. È un’altra strada utile e importante per la città: una striscia d’asfalto grigio che taglia la zona sud della città, lasciando di fatto «fuori» il quartiere residenziale di Colognola. Passando, lo scenario non è dei migliori, soprattutto nelle ore di punta quando il traffico è intenso. Poteva essere progettata diversamente questa strada per non tagliare fuori Colognola? Nel libro dei sogni della Bergamo futura mettiamo anche questo.

8 - Scalo merci e dintorni. Lo scalo merci è un’altra area della città in chiaroscuro. A ridosso della stazione ferroviaria, porta d’ingresso della città per molti turisti, si vedono le vecchie strutture che rendono tetro il panorama. Da Sud, per esempio via Gavazzeni, l’impatto visivo è ancora più pesante: gli edifici coprono il panorama di Città Alta. Negli anni l’area è stata oggetto di diversi controlli delle forze dell’ordine per allontanare sbandati e tossicodipendenti che trovavano rifugio all’interno. Lettori segnalano degrado anche nella zona di via David e via Bono.

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