Asse interurbano, ragazza truffata
«Specchietto rotto»: estorti 45 euro

Venerdì 14 febbraio sull’asse interurbano, all’altezza del Cristallo Palace, l’ennesimo automobilista è cascato nella «truffa dello specchietto» con conseguente estorsione, questa volta di 45 euro. La malcapitata è una ragazza residente nell’hinterland.

Venerdì pomeriggio sull’asse interurbano, all’altezza del Cristallo Palace, l’ennesimo automobilista è cascato nella «truffa dello specchietto» con conseguente estorsione, questa volta di 45 euro.

La malcapitata è una ragazza residente nell’hinterland che ferma al semaforo ha sentito «una sassata leggera» contro la carrozzeria della propria auto, con buona probabilità «una pallina di carta o un sassolino lanciato di proposito dai truffatori», spiega. Subito dopo, un auto le fa segno di accostare, a bordo una coppia con un ragazzo, «italiani, con accento meridionale» spiega la ragazza, che mostrando lo specchietto rotto chiedono di essere risarciti al momento perché non residenti in provincia, strappando all’automobilista gli unici soldi che aveva nel portafoglio, 45 euro. I truffatori però vogliono di più e insistono perché la giovane vada a prelevare al bancomat più vicino. A quel punto la ragazza realizza di essere stata truffata e reagisce chiedendo di riavere i suoi soldi: ma i truffatori se ne vanno.

A raccontare nel dettaglio la dinamica, la giovane automobilista: «Volevo sistemare le cose con la costatazione amichevole, ma l’uomo al volante diceva che non ne valeva la pena e che era meglio sistemare le cose tra noi – racconta –. A quel punto gli ho dato il mio numero di cellulare, in modo che appena lo specchietto fosse stato riparato avrei pagato il conto. Ma l’uomo ha insistito dicendo che non era di Bergamo e allora gli ho dato 45 euro, quello che avevo. Quando però ha visto il bancomat nel mio portafoglio mi ha subito chiesto se non c’era un centro commerciale vicino per prelevare. Mi sono rifiutata di andare e ho chiesto di ridarmi i soldi, ma se ne sono andati. Sono riuscita a leggere la targa dell’auto ma dalle prime verifiche sembra che appartenga ad un auto rubata. In ogni caso ormai è troppo tardi».

A convincere la ragazza, i modi gentili dei truffatori: «Mi hanno detto che si erano spaventati perché tornavano da una visita medica e la moglie aveva scoperto di essere incinta – racconta la ragazza –. Dai toni e dai modi gentili non avrei proprio detto, ma quando hanno iniziato ad insistere allora ho capito, ma era troppo tardi ed ero molto spaventata».

Alle automobiliste la ragazza truffata consiglia di «non fermarsi mai» e nel caso in cui «ti seguano, come è successo a me, di dirigersi verso le forze dell’ordine o a casa di qualche familiare o amico, magari avvisandolo prima per telefono».  
Diana Noris

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