Assegno di invalidità: semicieco
Ma guida e chiede licenza per il fucile

L’«accompagnatore» dei cacciatori con una pensione per problemi alla vista. È il caso di A. S., classe 1960, della Val Serina, che ha prima ottenuto una pensione di inabilità e poi ha richiesto (e avuto) il rinnovo della patente, mentre la licenza per il porto del fucile non è stata rinnovata dalla questura.

Non per un difetto agli occhi, ma «perché non offriva più sufficienti garanzie di non abusare delle armi». Dopo i primi accertamenti, la vicenda è ora arrivata in tribunale. Dove il giudice delle udienze preliminare dovrà decidere non solo sul rinvio a giudizio, ma anche (eventualmente) far luce su quale sia il reato commesso dall’uomo.

Come da richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla procura, le ipotesi sono due. O il 55enne si è sottoposto alla visita medica «simulando un grave deficit visivo», presentando poi la domanda di pensione di inabilità «procurandosi un ingiusto profitto pari alla pensione», e creando un danno per l’ente previdenziale.

Oppure, «simulando la qualità di persona avente piena efficienza visiva» si è sottoposto alle visite per ottenere il «rinnovo della licenza per il porto di fucile per uso caccia ed esercizio dello sport di tiro a volo» e «dichiarando altresì, al fine del conseguimento del rinnovo della patente, di non essere stato riconosciuto invalido a qualsiasi titolo».

L’avvocato della difesa, chiedendo il non luogo a procedere per la prima imputazione (e rimettendosi sulla seconda), ha ribadito la presenza del deficit visivo del suo assistito, evidenziando che il problema è che l’uomo riesce a visualizzare correttamente solo per pochi minuti le immagini, che poi diventano sfocate.

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