Astino: non ci si va solo per la birra - video
«Un gioiello, ma non vive senza visitatori»

«Non è vero che la gente va ad Astino perché c’è la birra. Ci va perché Astino è bello». Così Fabio Bombardieri, presidente della Mia.

Che aggiunge: «È bastato che si sapesse che era in ultimazione la ristrutturazione, perché molte persone, il giorno di Pasquetta, prendessero d’assalto l’ex convento. Non so se ricordate le foto delle auto parcheggiate nei campi? Eppure, all’epoca il bar non c’era».

Ad Astino il parcheggio e la conseguente caccia al posto auto sembrano il maggior problema: quella realizzata doveva essere un’area da 60 posti, ma sono quasi cento le auto cui vanno aggiunte quelle in divieto di sosta.

«Purtroppo le abitudini di certa gente non dipendono da noi. Il parcheggio, gratuito, evita almeno che ci siano più auto parcheggiate in divieto. Se avessimo applicato una tariffa oraria, sarebbe accaduto come all’ospedale, dove molta gente, per risparmiare, parcheggia dove non si può». Comunque a ottobre quel parcheggio «tornerà a essere un prato».

Bar e ristorante hanno una funzione determinante nel richiamare gente, soprattutto nelle ore serali.L’obiettivo, spiega il presidente, era «che l’ex monastero per Expo venisse conosciuto e goduto da più persone possibile. E per far visitare un luogo bisogna fornire un motivo per andarci».

Il canone d’affitto che riscuote la Mia dal gestore è legato agli introiti di bar e ristorante (50 mila euro per sei mesi, più il 13% in caso di incassi superiori ai 50 mila euro). E, quindi, più gente arriva ad Astino, più la Mia ci guadagna. «Se pensassimo solo al guadagno - dice Bombardieri - avremmo sicuramente fatto pagare il parcheggio e non avremmo adottato quelle limitazioni d’orario, tipo la chiusura di bar e ristorante a mezzanotte».

© RIPRODUZIONE RISERVATA