Ucciso a Kabul con la compagna
Aperta indagine sulla morte del 47enne

Alessandro Abati di Alzano e la sua compagna Aigerim di origini kazake sono tra le 14 vittime dell’attacco talebano del 13 maggio alla guesthouse di Kabul, in Afghanistan. Vivevano insieme in Kazakistan e si sarebbero dovuti sposare a luglio a San Pellegrino Terme.

Alessandro Abati di 47 anni (nella foto tratta dal suo profilo Facebook) era originario di Alzano e lavorava come consulente per progetti infrastrutturali soprattutto all’estero. Al momento dell’attentato si trovava nella guesthouse insieme alla compagna, Aigerim Abdulayeva, 27 anni, anche lei rimasta uccisa nell’attacco. Vivevano insieme in Kazakistan e avrebbero dovuto sposarsi a luglio a San Pellegrino Terme.

Il curriculum di Abati, pubblicato su LinkedIn, riporta numerose esperienze professionali in Italia e all’estero: Romania, Bulgaria, Montenegro, Moldova, Urkaina e poi Siria, Egitto, Giordiania, Palestina, Kazakistan, Afghanistan e India. Ad Alzano in via Roma (nella foto in apertura) vivono i genitori di Alessandro Abati che, scossi dal dolore, hanno preferito non rilasciare dichiarazioni.

I talebani hanno rivendicato l’attacco alla guesthouse Park Palace nel quartiere di Shahr-e-Naw a Kabul, in Afghanistan. Il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, in una email inviata ai media ha detto che il gruppo ha preso di mira il residence perché frequentato da stranieri, tra cui americani. Secondo la rivendicazione a condurre l’attacco è stato un solo uomo, non tre come precedentemente affermato dal governo afghano.

«Esprimo le condoglianze del Governo ai familiari di Sandro Abati, il connazionale di Alzano Lombardo, rimasto ucciso ieri in un attacco terroristico alla guesthouse di Kabul che ospita stranieri». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, da Antalya. «Abati lavorava come consulente per un’agenzia che promuove investimenti in Afghanistan», ha aggiunto il responsabile della Farnesina, precisando che l’Unità di Crisi ha già informato la famiglia.

La vice presidente della Camera, Marina Sereni, ha spiegato: «L’offensiva di primavera dei Talebani era attesa, tanto più violenta nell’anno in cui la coalizione internazionale si appresta a lasciare il paese e a trasferire la responsabilità della sicurezza nelle mani degli Afghani. Di fronte ai morti, e all’uccisione di un cittadino italiano, è dovere di ognuno far prevalere il cordoglio per tutte le vittime ed esprimere la più forte vicinanza alla famiglia di Alessandro Abati».

«La gravità degli attentati di queste ore da parte dei Talebani è sotto gli occhi di tutti - continua - e certo ciò richiede una risposta decisa e unitaria dalla comunità internazionale. Alle incertezze politiche per l’evoluzione della situazione in Afghanistan si aggiunge con ogni evidenza un quadro ancora molto problematico sotto il profilo della sicurezza. Non possiamo permetterci di lasciare l’Afghanistan nelle mani del terrorismo - conclude - e al tempo stesso non possiamo prolungare indefinitamente la presenza militare straniera in quel territorio: è questo il rebus che dobbiamo risolvere insieme alle autorità afgane e con il pieno coinvolgimento di tutti i principali attori dell’area».

La procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla morte di Abati. Gli accertamenti sono affidati al pm Francesco Scavo. Attentato con finalità di terrorismo il reato configurato dal magistrato che ora attende informative sulla vicenda dalla Farnesina e dai carabinieri del Ros.

«Il primo pensiero va alla famiglia di Sandro Abati». Così il segretario della Lega Nord Matteo Salvini parlando a Montegranaro (Fermo). «Ma al di là dei cooperanti e dei volontari - ha aggiunto - l’Italia paga 4.300 soldati in missione di pace e di guerra nel mondo. Se fossi al Governo, la gran parte li riporterei in Italia. Abbiamo soldati in missione in Libano, nel Golfo - ha ricordato Salvini - e l’altro ieri un ministro libico ha detto che i terroristi poterebbero arrivare sui barconi. Va bene garantire la pace nel mondo, ma non vorrei che a breve avessimo bisogno dei soldati qui a casa nostra».

Anche il parlamentare bergamasco del Pd Antonio Misiani ha voluto esprimere le sue condoglianze: « Quanto è accaduto a Kabul è terribile, a maggior ragione perchè ha causato la morte di un nostro concittadino, Sandro Abati, rimasto vittima insieme alla sua promessa sposa dell’ennesimo episodio di una folle catena di sangue che sembra non finire mai. Desidero esprimere il mio personale cordoglio ai familiari per il lutto che li ha colpiti».

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