Bergamo-Lecco, troppi rischi
«Stop ai treni, bus sostitutivi»

Unisce la riva di manzoniana memoria alla Città dei Mille. È una sorta di cordone ombelicale che congiunge la culla dello Stoppani e del Parini alla patria del Donizetti. Ma quella striscia ferrosa, che corre da Bergamo a Lecco di romantico ormai non ha più nulla.

Sferragliamento di rotaie, binari fra la boscaglia, sbarre che si aprono e chiudono quasi a piacimento, caselli fatiscenti simili a garitte di Auschwitz. Benvenuti sulla linea Bergamo-Lecco, 33 km e una catena di passaggi a livello che mettono più paura del fischio del treno. Perché sono proprio le sbarre il nodo critico della tratta. Dove rotaie e asfalto si incrociano, chiunque passi in auto, moto, bici o a piedi - anche a sbarre alzate - si ferma e si accerta che non stia per arrivare un convoglio. La cronaca di questi mesi è costellata di eventi, guasti e tragedie sfiorate.

La soglia d’allarme è stata ampiamente sforata lo scorso 15 maggio, quando le sbarre del passaggio a livello di Ca’ de Rizzi di Pontida sono andate nuovamente in tilt. Segnalazioni e denunce finora non hanno sortito effetti sperati. Ma i sindaci della zona ora vogliono vederci chiaro e soprattutto porre fine alle preoccupazione dei cittadini. Luigi Carozzi, sindaco di Pontida, si fa portavoce delle paure e delle richieste della gente. «La prossima settimana - dice - mi incontrerò con i primi cittadini di Cisano e Ambivere. Il nostro intento è chiedere a Rfi e Trenord la chiusura della linea durante il periodo estivo, a scuole ferme, mantenendo il servizio di trasporto con bus sostitutivi. In questo modo si potrebbe procedere a una manutenzione straordinaria dei passaggi a livello, visto che quella ordinaria non ha portato alla soluzione dei problemi».

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