Bollette dell’acqua: un ginepraio
Quelle di Uniacque sono le più care

Una busta fa capolino dalla cassetta della posta. Ma non sono gli auguri di Babbo Natale. Il logo stilizzato non promette niente di buono. È arrivata una bolletta da pagare.

E già qui arriva il primo sbuffo di insofferenza. Ma non è finita. Apri la busta pensando che per l’acqua non si può spendere una cifra. «Saranno 20 euro», pensi, invece sono quasi il doppio Cerchi di scandagliare la bolletta come un palombaro, ma è come trovarsi di fronte a un ginepraio: note, numeri, codici non sempre comprensibili. A complicare il tutto, coloro che sono passati da un gestore all’altro si trovano a fare i conti con sistemi tariffari differenti, nonostante le direttive sulla trasparenza e in alcuni casi a ritocchi dei prezzi in alto.

Il costo dell’acqua nel nostro Paese è tra i più bassi d’Europa, basta fare un confronto con Francia o Svizzera, ma non è un buon motivo per pagare cifre tutt’altro che irrisorie per l’«oro blu». In Bergamasca i maggiori gestori idrici sono tre: Uniacque, Hidrogest e Cogeide. Un confronto permette di conoscere la spesa annua indicativa per ogni famiglia in base ai consumi. Da una parte risulta che la bolletta Uniacque è la più cara rispetto a quella di Cogeide, mentre lo scettro dell’«oro blu» più economico spetterebbe a Hidrogest.

Tuttavia questo paragone può apparire riduttivo se non si conoscono dinamiche sui prezzi e la storia dei gestori. Non è Uniacque a decidere le tariffe da applicare. È infatti l’Ufficio d’Ambito provinciale a proporle, quindi la Conferenza dei Comuni dà un parere vincolante, il Consiglio provinciale è chiamato a deliberarle e l’Autorità per l’energia elettrica, gas e sistema idrico verifica i criteri di calcolo utilizzati e quelli stabiliti per legge. Cogeide e Hidrogest basano le loro tariffe invece sul Cipe. In ogni caso negli ultimi anni si è assistito a un rincaro non indifferente del costo dell’acqua.

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