Bomba al Torino, lettera dei genitori
«Diciamo no alla delinquenza negli stadi»

«Riteniamo che quanto è successo a nostro figlio possa e debba costituire l’occasione per una seria riflessione». Lo scrivono i genitori di Giorgio Saurgnani, il ventottenne tifoso bergamasco arrestato a Torino.

Per lui l’accusa è di aver preso parte all’episodio della bomba carta allo stadio durante il derby della Mole.I genitori ora chiedono di riflettere «sulla pericolosità di azioni giustificate dal tifo sportivo ma che costituiscono, in realtà, il pretesto per condotte delinquenziali».

A scrivere queste parole sono mamma Cinzia e papà Patrizio, i quali ritengono che il giovane sia estraneo all’accaduto («lo conosciamo bene e gli crediamo») e rilanciano il loro appello: «Gli avvocati difensori avrebbero bisogno di testimoni in grado di riferire qualcosa di preciso sui momenti dello scoppio della bomba e, in particolare, di qualcuno che possa ricordare dove si trovasse Giorgio».

Giorgio ha scambiato con gli amici via telefonino una serie di messaggi («tra poco boom») che ora sono uno degli indizi in mano agli inquirenti. Al pm Andrea Padalino, però, ha spiegato che erano soltanto «follie fra me e i miei compagni megalomani».

I suoi genitori Cinzia e Patrizio sottolineano che «si tratta di parole fuori luogo che ci amareggiano e ci mortificano come genitori», ma puntualizzano che «non si tratta di stabilire se questi ragazzi siano stati stupidi, perché questo è sicuro, ma se possano essere responsabili di azioni così pericolose. Noi crediamo di no».

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