Bossetti, nuova istanza di scarcerazione
Si decide entro questa settimana

L’avvocato di Massimo Bossetti Claudio Salvagni ha consegnato nella mattinata di lunedì 9 febbraio una nuova istanza di scarcerazione al gip Ezia Maccora.

L’istanza questa volta è motivata dalle anomalie evidenziate dalla relazione del consulente della Procura, il professor Carlo Previderè, secondo cui non sarebbe dell’indagato il dna mitocondriale trovato sul corpo della ragazza.

La Procura ha già fatto sapere che non esistono dubbi sul fatto che il dna nucleare (quello che si usa per identificare un soggetto) trovato sui leggings e sugli slip di Yara sia quello di Bossetti. Di conseguenza, per il pm la posizione dell’indagato non cambia di una virgola, ma per Salvagni la consulenza ha sollevato dubbi.

«A fronte di un dna mitocondriale diverso da quello di Ignoto 1, la Procura dovrà valutare perché si è verificata questa situazione», spiega l’avvocato. Che aggiunge: «Nell’attesa che tutti questi aspetti siano chiariti pensiamo che Bossetti possa essere scarcerato o messo ai domiciliari».

Il professor Previderè, nella sua relazione, illustra tre possibili spiegazioni per cui il dna mitocondriale trovato nella traccia sugli slip è diverso da quello nucleare di Bossetti. Va ricordato che si tratta di una traccia mista, che contiene sia dna di Yara (nucleare e mitocondriale) che di Ignoto 1 (solo nucleare), più un terzo dna (mitocondriale) che non appartiene né a Yara, né a Bossetti.

La prima ipotesi (scartata però a priori) è quella di un possibile legame di parentela fra Yara e Ignoto 1 (in questo caso l’anomalia sarebbe chiarita, perché il dna mitocondriale di Bossetti e di Yara coinciderebbero). La seconda ipotesi: i due dna (Yara e Ignoto 1) potrebbero derivare da due fluidi diversi e diversamente cellularizzati, per esempio sangue e sperma. La terza: i due dna potrebbero derivare da due fluidi uguali (sangue di Yara e sangue di Ignoto 1), ma uno meglio conservato dell’altro.

Nella relazione allegata all’istanza di scarcerazione, secondo indiscrezioni la professoressa Gino smonterebbe tutte le spiegazioni. Detto che la prima è esclusa a priori, la seconda – farebbe notare la dottoressa – è esclusa dalla stessa relazione dei Ris di Parma, in cui si specifica chiaramente che la traccia di Ignoto 1 non deriva da liquido seminale. Quanto alla terza, è improbabile: a fronte di un dna nucleare (di Ignoto 1) così ben conservato, non si spiega come mai si sarebbe perso il mitocondriale, che oltretutto è più resistente (viene utilizzato anche per le analisi sulle mummie).

L’istanza è stata depositata sul tavolo del gip Ezia Maccora che ora avrà cinque giorni per pronunciarsi.

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