Caldo record: 10 gradi oltre la media
E intanto cresce l’ozono nell’aria

Caldo record: questi giorni, infatti, hanno avuto le temperature più alte del mese di maggio dal 1993. Lunedì 21 maggio la colonnina di mercurio ha toccato quota 32,2 gradi, 2 in più rispetto a Milano; martedì 22 la temperatura si è alzata ulteriormente toccando quasi i 35 gradi di massima in città. Rispetto ai dati registrati negli ultimi quattordici anni siamo decisamente «accaldati»: la media stagionale della terza decade di maggio secondo le rilevazioni della stazione Arpa di Stezzano è di 19,9 gradi, la massima di 25,2 gradi, la minima di 14,2 gradi. Ci sono almeno dieci gradi sopra la norma. L’afa di questi giorni è data dalla congiuntura di due fattori climatici nello stesso periodo: il vento caldo proveniente dall’Africa e l’anticiclone che permette un’irradiazione costante dei raggi solari da alcuni giorni. La somma di questi due fenomeni ha prodotto il caldo record della terza settimana di maggio. Non sarebbe però un’anomalia. Gli esperti, infatti, rilevano che in Lombardia c’è stato un evento simile sia nel 2001, sia nel 2005.
Il caldo, intanto, fa aumentare l’ozono nell’aria. Ieri la centralina di via Goisis a Bergamo ha registrato 203 microgrammi di ozono al metro cubo, un valore al di sopra della soglia di informazione di 180 microgrammi. L’ozono è una sostanza non emessa direttamente nell’aria, ma che si forma in seguito a complesse reazioni chimiche in presenza di radiazione solare e temperatura elevata. Semplificando: il caldo, insieme alle solite emissioni inquinanti di auto e industrie, fa aumentare la presenza dell’ozono nell’aria, fenomeno che crea quello strato di nebbiolina tipico delle giornate afose, ma non terse. L’ozono è considerato un inquinante secondario, proprio perché si forma attraverso reazioni chimiche: è dannoso per la salute dell’uomo perché può provocare irritazioni agli occhi, al naso e all’apparato respiratorio. Non c’è nessuna relazione tra il buco dell’ozono e la formazione di ozono nella bassa atmosfera: il primo evento infatti si riferisce al progressivo deterioramento della fascia d’ozono presente intorno all’atmosfera terrestre che protegge dai raggi solari, mentre nel secondo caso ci si riferisce al cosiddetto inquinamento estivo, cioè all’aumento del gas nell’aria che respiriamo. La soglia d’allarme per l’ozono è fissata per legge a 240 microgrammi al metro cubo: oltre questo limite sono dannose le esposizioni anche di breve durata per tutta la popolazione; la soglia di informazione invece, che lunedì è stata superata nella nostra provincia, è di 180 microgrammi: oltre a questo valore ci sono rischi per la salute in esposizioni anche di breve durata, ma solo per le categorie più sensibili, come bambini, anziani e asmatici. Tra domenica e lunedì a Bergamo l’ozono è cresciuto di 50 microgrammi al metro cubo.

(22/05/2007)

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