Canone Rai, la multa si ferma
Verso lo stop dell’ammenda di 500

Verso lo stop della multa da 500 euro per chi non paga il canone Rai, Comuni e Regioni in allerta per i tagli inaspettati ai budget, dirigenti dei ministeri in fibrillazione per l’ipotesi di una stretta su retribuzioni e poltrone, sinistra Dem e opposizioni pronte a dare battaglia: il testo ufficiale della Legge di stabilità non è ancora stato pubblicato e già si rincorrono le voci sui capitoli da modificare.

Il disegno di legge dovrebbe essere inviato domani al Quirinale e approdare nella prima parte della settimana in Senato, da dove quest’anno inizierà l’iter della sessione di Bilancio, accorciando così i tempi rispetto allo scorso anno come sottolineano fonti di Palazzo Chigi. Nel frattempo l’Unione europea avvierà l’esame delle misure e strada facendo si capirà se il governo italiano, così come si aspetta, potrà incassare il via libera a utilizzare la cosiddetta clausola di salvaguardia per anticipare il taglio dell’Ires.

Bruxelles a parte, nelle bozze della Legge di stabilità appare confermato il pagamento del canone Rai in bolletta ma non l’eventuale multa di 500 euro per gli evasori. Una misura che non piace a molti, anche nel Pd, e che nel caso non fosse cancellata potrebbe facilmente diventare oggetto di modifica via emendamento. Altro capitolo che potrebbe sparire nella versione definitiva è quello del taglio del numero dei super manager pubblici e dei loro stipendi, così come la sforbiciata agli uffici di diretta collaborazione dei ministri. Malumori e tensioni – secondo quanto viene raccontato da fonti di maggioranza – sarebbero crescenti e si starebbe valutando l’ipotesi di non introdurre queste misure in manovra. Non è poi escluso che anche la cancellazione della Tasi per ville e castelli possa alla fine essere rivista.

Più difficile, invece, immaginare ritocchi alle voci che riguardano gli enti locali e la sanità: secondo la Cgil nella Funzione pubblica, ad esempio, si rischia, oltre il taglio rispetto alle previsioni del fondo nazionale, anche un’ulteriore sforbiciata di un miliardo proprio sulla Sanità.

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