Cantiere alla Fara, parla Locatelli:
«Macché veleni, ho fermato la frana»

«Vuole sapere una cosa che potrà sembrare paradossale? Se quella barriera per arginare la frana l’avessimo realizzata con il materiale indicato, probabilmente non avrebbe retto». Così Pierluca Locatelli, l’imprenditore di Grumello del Monte finito nel vortice di delicate inchieste giudiziarie, reduce dall’udienza che lo vede imputato di frode in forniture pubbliche insieme a tre suoi ex collaboratori: Andrea Fusco, Luca Piero Milesi, Giovanni Rocca.

La vicenda è quella del parcheggio di via Fara, nel cui cantiere nel 2008 si era registrato uno smottamento. L’imprenditore aveva trasferito materiale da un suo cantiere, quello della galleria Parscera tra Carvico e Villa d’Adda, per creare uno sbarramento e fermare il fronte franoso.

Un’inchiesta del Corpo forestale, coordinato dai pm Franco Bettini e Laura Cocucci, vuole che quel materiale non sia a norma e sia costituito in parte da rifiuti per smaltire i quali Locatelli avrebbe dovuto addirittura pagare. «Per lo smaltimento avrebbe dovuto pagare 8,50 euro al metro cubo e invece in questo modo ha addirittura incassato 15,50 euro al metro cubo dal committente (la Bergamo Parcheggi, ndr)», ha spiegato Rinaldo Mangili, responsabile del nucleo investigativo del Corpo forestale.

Ma Locatelli contesta il concetto di vendita. «Io non l’ho mica venduto, quel materiale – rivela, a margine del processo, al nostro giornale –. I 15 euro e rotti incassati non sono per la cessione, ma per il servizio». E dice di aver agito d’urgenza coi materiali più adatti.

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