Case, boom affitti
Crescita del 20%

AAA cercasi casa in affitto. Se il settore immobiliare della compravendita è in crisi non si può dire lo stesso per quello delle locazioni. Erano anni infatti che, vuoi per la facilità con cui era possibile accendere un mutuo, vuoi perché per i bergamaschi la casa di proprietà è il sogno per eccellenza, il mercato delle locazioni non registrava un aumento così sensibile. Dalla metà del 2008 ad oggi, infatti, la domanda di locazione è cresciuta del 15-20 per cento rispetto al 2007. Parallelamente i canoni d'affitto si sono assestati su valori inferiori rispetto a qualche anno fa quando era più logico accollarsi un mutuo piuttosto che «buttare via» i soldi dell'affitto. «Nonostante l'assenza di una politica a sostegno della locazione - commenta Antonello Pagani, direttore di Appe-Confedilizia e coordinatore editoriale di "Case&Terreni", il borsino degli immobili di Bergamo e Provincia in edicola ancora per poco perché le 5.000 copie stampate sono in via di esaurimento - l'attenzione del mercato residenziale negli ultimi 12 mesi si è spostata sull'affitto, visto come risorsa e via di fuga per i mutuatari in difficoltà, i nuclei di recente formazione, i single e i cosiddetti single di ritorno».

MA AFFITTARE RENDE POCO
La voglia e la necessità di affitto però non trovano un'adeguata risposta sul mercato, sia per numero, sia per qualità: «Ciò - spiega ancora Pagani - può essere attribuito alla scarsa redditività degli immobili dati in locazione visto che il 50 o addirittura il 60 per cento dei canoni percepiti viene assorbito dalla voce fisco e al proprietario rimane ben poco». In città sono circa 64.000 le unità abitative, di cui il 30-35 per cento circa è in locazione, mentre in provincia si arriva a circa 570.000 unità, il 15-20 per cento in locazione. «È indispensabile potenziare l'affitto - dichiara Gianfederico Belotti, direttore di "Case&Terreni" - rendendolo appetibile per gli investitori. Sarebbe possibile se il governo introducesse, come noi chiediamo, la cedolare secca. Vale a dire una tassazione ad aliquota unica, per esempio del 20 per cento». Conferma Pagani: «In Italia ci sono 700-800 mila alloggi che non vengono affittati perché bisognosi di ristrutturazioni edilizie che i proprietari non si possono permettere per la scarsa redditività delle locazioni al netto delle tasse».

CANONI MENO SALATI
Sul fronte dei canoni di locazione si può dire che mediamente sono diminuiti nel giro di un anno di circa 50 euro nelle zone residenziali della città, mentre nella fascia esterna a sud della Malpensata sono calati di circa 100 euro. Per un bilocale arredato in una zona di pregio della città adesso ci vogliono dai 450 ai 700 euro al mese, mentre per le zone residenziali non centrali dai 400 ai 600 euro. «Anche in Provincia - dichiara Piero Aglì, associato Appe e consigliere Fimaa - la richiesta d'affitto è aumentata. I prezzi, più che ribassati, da qualche tempo si sono stabilizzati. A Urgnano, ad esempio, ci vogliono circa 500 euro al mese per un bilocale arredato, mentre in realtà come Treviglio ce ne vogliono 600. La tipologia d'appartamento che va per la maggiore è quella del bilocale arredato. A richiederlo sono le giovani coppie, i single e i "single di ritorno"»

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