Casirate vieta la transumanza
I pastori: «Provvedimento illegittimo»

Non bastavano A4, Brebemi, Teem, Tav e, domani, Pedemontana, a rendere difficile la vita dei pastori bergamaschi: il Comune di Casirate d’Adda ha vietato il pascolo alle greggi vaganti, estendendo a tutto l’anno una precedente ordinanza che impediva alle pecore di brucare l’erba dal 1° marzo al 30 novembre.

Ora anche i mesi invernali, i più preziosi per chi deve fronteggiare la scarsità di erba tentando di passare nel maggior numero possibile di campi e prati, sono «off-limits»: per 365 giorni all’anno se una pecora verrà avvistata a pascolare, le autorità cercheranno il suo pastore per affibbiargli una multa che andrà da un minimo di cento a un massimo di 600 euro.

L’ordinanza, firmata dal sindaco Mauro Faccà, sta facendo discutere gli addetti ai lavori: pastori, veterinari, amministratori, ma anche appassionati del variegato mondo della transumanza, si accapigliano: è legittimo il provvedimento? Oppure è l’ennesimo maldestro tentativo di mettere fine a una tradizione millenaria che in ogni caso troverà, o per vie legali o in altro modo, una scappatoia per sopravvivere e anzi continuare a essere un «patrimonio culturale immateriale» come l’ha definita la stessa Regione Lombardia?

Alessandro Avogadri, presidente dell’associazione per la valorizzazione degli alpeggi, non ha dubbi: «Quel provvedimento è illegittimo perché contrario allo spirito di ben due leggi regionali, la numero 8 del 2007 e la numero 33 del 2009. Entrambe hanno chiarito in maniera inequivocabile che la transumanza è soggetta esclusivamente a un controllo di tipo sanitario: se il servizio veterinario dell’Asl dice che le pecore sono sane, nessuno può impedire il loro passaggio».

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