Caso Puppo: «Avevo paura
Ecco perché provai a incassare»

«Fabio Bertola minacciava me e la mia famiglia. Ho avuto paura e ho seguito le sue istruzioni». Davanti al magistrato che lo ha interrogato, Alberto Mascheretti ha spiegato così il perché abbia tentato di incassare le polizze intestate a Roberto Puppo.

«Fabio Bertola minacciava me e la mia famiglia. Ho avuto paura e ho seguito le sue istruzioni». Davanti al magistrato, che giovedì mattina lo ha interrogato per 3 ore e mezza, Alberto Mascheretti ha spiegato così il perché abbia tentato di incassare le polizze intestate a Roberto Puppo.

Tentato, perché per il momento di quelle tre polizze sulla vita di Puppo di cui Mascheretti era il beneficiario, nessuno ha preso un euro. Tutto era stato bloccato dopo che erano scattate le indagini quando Puppo era stato trovato ucciso in Brasile il 26 novembre del 2010.

In sostanza Mascheretti ha confermato la versione che aveva fornito al gip: lui doveva a Bertola 70 mila euro per una fideiussione utilizzata per pagare la licenza di un bar. Poi però, secondo la sua versione, sarebbero arrivate le minacce, non solo a lui ma anche alla sua famiglia. Si era spaventato e aveva deciso di muoversi per l'incasso.

Mascheretti, grazie alle dichiarazioni rese al gip, una settimana fa aveva ottenuto gli arresti domiciliari nella sua abitazione di Sorisole: il giudice, accogliendo la richiesta fatta subito dopo l'interrogatorio di garanzia da parte dei difensori, aveva concesso i domiciliari.

Fabio Bertola, 45 anni, architetto-immobiliarista di Verdellino, ritenuto la mente del gruppo, mandante dell'omicidio, e a Valentino Masin, 44 anni di Arcene, agli arresti domiciliari per favoreggiamento, si erano invece avvalsi della facoltà di non rispondere, nell'attesa di poter meglio valutare le carte in mano al pm Carmen Pugliese, titolare dell'inchiesta.

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