Cassazione, «sì» agli indagati ai concorsi

Le persone iscritte dal pubblico ministero nel registro degli indagati possono senz’altro partecipare a concorsi indetti dalla Pubblica Amministrazione. Lo sottolinea la Cassazione con la sentenza 11625 della Quinta sezione penale. Con questa decisione la suprema corte ha completamente annullato la condanna inflitta in primo e secondo grado a un quarantenne di Bergamo, Fabio G., che aveva partecipato al concorso per istruttore amministrativo autocertificando di non avere procedimenti penali in corso.

Era invece emerso che Fabio era stato iscritto a registro degli indagati per minacce. Così i giudici di merito lo condannarono. Ma la Cassazione - accogliendo in pieno il ricorso dell’imputato - ha sottolineato che Fabio non ha commesso alcun reato dal momento che «l’iscrizione nel registro degli indagati non viene portata a conoscenza del diretto interessato, a meno che lo stesso ne faccia richiesta». La suprema corte ricorda che le iscrizioni sono «atti dovuti» per il pm «che riceva una denuncia o querela non palesemente infondata». Infine piazza Cavour aggiunge che le norme che regolano la partecipazione ai concorsi pubblici non sono chiare perchè non si capisce se richiedano «un’attestazione sulla pendenza dell’azione penale, oppure se chieda di essere informata sulle semplici iscrizioni nel registro degli indagati».(14/03/2008)

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