Centro Commerciale a C. Calepio, coro di no

Hanno partecipato molti cittadini, ma anche numerosi politici all’assemblea che si è svolta nel circolo Arci di Quintano, a Castelli Calepio. È stata organizzata dalle liste di opposizione consiliare «Insieme per Castelli Calepio» e «Patto per Castelli Calepio» per protestare contro il progetto che prevede la realizzazione di un nuovo centro commerciale nell’area delle ex fonderie. Il piano – adottato nel Consiglio comunale la scorsa estate, in variante al prg – sarà approvato in via definitiva in uno dei prossimi Consigli. Secondo le previsioni la nuova struttura di vendita si estenderà su una superficie di 68 mila e 400 metri quadrati nell’area delle ex fonderie di Quintano, con una volumetria di oltre 500 mila metri cubi. Moderatore della serata il consigliere della lista di minoranza «Insieme per Castelli Calepio» Claudio Sala che ha descritto il progetto e i motivi della protesta. All’incontro era presente l’onorevole Ezio Locatelli, parlamentare di Rifondazione comunista, che ha manifestato le ragioni del suo dissenso. «Questo progetto – afferma Locatelli – è lo stesso presentato tre anni fa, contro cui ci eravamo mossi. Il territorio già prolifera di centri commerciali. Chi giustifica questa operazione dicendo che è un modo per riqualificare il territorio parla a vanvera. Si tratta di un’operazione speculativa e squisitamente immobiliare».È intervenuto anche l’assessore regionale alla Qualità dell’ambiente Marco Pagnoncelli (Forza Italia) che ha parlato di sostenibilità e impatto ambientale: «Non è una decisione politica, ma tecnica. Bisogna soffermarsi sulla sostenibilità e sull’impatto ambientale: una questione questa che è inclusa nell’attuale piano regionale del commercio. Ogni azione dovrà essere valutata con attenzione dalla Regione». Il consigliere regionale di Forza Italia Carlo Saffioti ha specificato che «la Regione non parteggia né per i centri commerciali né per gli oppositori a questi. C’è uno sforzo non facile da parte della Regione per creare un equilibrio senza ledere il diritto di impresa e di proprietà». Il consigliere regionale dei Ds Beppe Benigni ha aggiunto: «In Lombardia il numero dei centri commerciali è pari a quello registrato nelle aree più sviluppate d’Europa. Bisogna dire basta a queste strutture. Il nuovo piano regionale del commercio, che noi abbiamo condiviso, contempla che non vengano più realizzati centri di questo tipo in Lombardia». Il consigliere regionale di Rifondazione comunista Osvaldo Squassina ha affermato che «le ragioni del no sono fondate e non sono di natura ideologica. Se la Provincia non avrà un parere vincolante, la Regione invece ne avrà uno». A nome della Provincia si è espresso l’assessore all’Edilizia Marcello Moro (Forza Italia): «Su questo progetto la Provincia si è già pronunciata con un parere di contrarietà. È un errore pensare di realizzare un centro commerciale per risolvere altri problemi». Per la Confesercenti di Bergamo, Claudio Re ha messo l’accento sull’aspetto procedurale «assai discutibile, perché è riuscito a evitare il parere della Provincia che aveva bocciato il progetto».(02/11/2007)

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