Chi mangia piano va sano e lontano
Approfittate dei giorni della lentezza

Uno studio dei ricercatori Nestlé conferma la relazione tra velocità di consumo dei cibi e il loro apporto calorico. Approfittiamo che dal 7 al 13 giugno sono i giorni della lentezza.

Assaporare il cibo invece di «divorarlo» non solo permette di gustare ciò che si mangia in maniera adeguata, ma fa bene alla salute. La velocità di masticazione influirebbe, infatti, sulla quantità di cibo che si assume.

È quanto hanno rilevato i ricercatori del Centro di Ricerca Nestlé (NRC) grazie a una serie di studi svolti in collaborazione con l’Università di Wageningen, nei Paesi Bassi, che hanno analizzato la correlazione tra le caratteristiche di un pasto, la velocità di masticazione del cibo, il senso di sazietà e, di conseguenza, l’assunzione di nutrienti e calorie.

Lo studio dimostra infatti che i cibi più morbidi, come le puree di verdure, le lasagne e i pomodori pelati, che vengono ingeriti in grandi bocconi e sottoposti a pochi atti masticatori, hanno un tasso assunzione al minuto considerevolmente maggiore dei cibi solidi. In quest’ottica risulta quindi meno appagante per l’appetito una porzione di purè che viene masticata solo 27 volte contro la stessa quantità di patate che necessita di 488 atti masticatori.

I ricercatori hanno di conseguenza dimostrato che i cibi ingeriti in piccoli morsi e masticati per lungo tempo aumentano il senso di sazietà riducendo quindi le quantità di cibo assunte: i volontari che hanno mangiato verdure e bistecca hanno consumato il 10% in meno rispetto a quelli che hanno mangiato il passato di verdure e la bistecca in pezzi. Inoltre quest’ultimo pasto è stato consumato il 20% più velocemente del primo per un equivalente di 10g di cibo ingerito in più al minuto.

Mangiare quindi con lentezza: una buona abitudine che non sembra appartenerci! I dati della sesta edizione dell’Osservatorio Nestlé-Fondazione ADI, sugli stili di vita e le abitudini alimentari degli italiani, dimostrano come andare di corsa è una pessima abitudine che portiamo anche a tavola, sin da giovani: la durata media di un pranzo del campione più giovane è di soli 22 minuti per il pranzo, e addirittura 1 ragazzo su 5 pranza in meno di 15 minuti!

Questione di tempo o si è un po’ perso il valore della convivialità? Probabilmente entrambe le risposte sono corrette ma dallo studio emerge come lo stare a tavola venga considerato un’occasione da trascorrere in famiglia solo dal 60% dei giovani intervistati e ben il 33% del campione associa il pranzo e cena a momenti di soddisfazione di una necessità prettamente fisica.

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