Citta Alta, scompaiono gli artigiani
Spazio a bar, ristoranti e... souvenir

In Città Alta quasi tutte le attività artigianali sono sparite. Un’indagine dell’Associazione per Città Alta e i Colli rivela come è cambiato il volto della Bergamo storica negli ultimi quarant’anni.

«Abbiamo fatto un confronto tra le attività esistenti in Città alta nel 1976, scegliendo come riferimento il piano particolareggiato Angelini del 1974, e quelle attuali rilevate nell’ottobre-novembre 2013 – spiega Gabriella Baiguini, tra i responsabili dello studio –. Dai dati emerge una prima indicazione che riguarda le attività scomparse: quasi tutte le attività artigianali, di 34 ne rimangono solo 8. Scompaiono calzolai, falegnami, idraulici, meccanici ed elettricisti, probabilmente trasferiti altrove alla ricerca di affitti meno onerosi o di spazi più idonei».

In aumento invece i bar (+20%), passati (dal ’76 al 2013) da 11 a 13 e i ristoranti (+140%) passati da 20 a 48. Lo stesso vale per i negozi di abbigliamento (+50%) cresciuti da 17 a 27 e quelli di regali e souvenir (+60%). Anche il settore dell’alimentare è cambiato moltissimo. Spopolano botteghe da buongustai e «delikatessen», mentre diventano una rarità i negozietti dove comprare un etto di prosciutto a prezzi ragionevoli. La categoria dei minimarket, si è invece estinta.

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