Corruzione, Formigoni ancora a processo
Lui replica: «È più infondato del primo»

L’ex governatore lombardo Roberto Formigoni nel processo sul cosiddetto ’caso Guarischì, che si aprirà il prossimo 15 gennaio in Tribunale a Milano, dovrà rispondere, oltre che di corruzione, anche del reato di turbativa d’asta.

Mentre l’ex sottosegretario alla Presidenza della Regione Paolo Alli è imputato per tentato abuso d’ufficio e l’ex dg della sanità lombarda Carlo Lucchina è accusato di turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Era stata già chiesta, invece, l’archiviazione da parte della Procura per l’ex assessore lombardo alla Sanità Luciano Bresciani. In particolare, poi, come risulta dall’imputazione, delle presunte «utilità» per un totale di 447mila euro, che il presunto intermediario delle tangenti Massimo Gianluca Guarischi avrebbe versato a Formigoni, la gran parte sarebbe stata corrisposta, secondo la Procura, in tranche di contanti da 97mila euro, 85mila euro, 153mila euro e 54mila euro. Per il resto all’allora Governatore, secondo l’accusa, Guarischi avrebbe pagato anche vacanze, il noleggio di aerei privati, un orologio di lusso, pranzi e cene.

Un processo «ancor più infondato del primo”: così l’ex presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, ora senatore di Ap ha commentato il suo rinvio a giudizio per corruzione a Milano. «E’ un processo ancor più infondato del primo e totalmente privo di qualunque riscontro - ha osservato -. Basti dire che l’imprenditore che avrei favorito non ha concluso alcun affare con Regione Lombardia».

«E i viaggi che avrei avuto in dono - ha aggiunto -, sono stati da me personalmente e integralmente pagati come risulta inoppugnabilmente da bonifici e assegni provenienti dal mio conto corrente e che sono noti alla Procura».

© RIPRODUZIONE RISERVATA