Cortenuova, rinasce la Rubini Sintered
E potrebbe riassorbire tutti i lavoratori

«La Rubini Sintered ripartirà, e nel volgere di qualche mese potrebbe riassorbire quasi tutto il personale della società fallita il 22 maggio».

Massimo Lamera, della Fim Cisl di Bergamo, è raggiante: con questa operazione «siamo riusciti a invertire la tendenza alla desertificazione del territorio e pone le basi per una rinascita del tessuto metalmeccanico nell’area di Cortenuova. Abbiamo vinto contro chi ci dava per spacciati, contro la crisi, contro chi ostacolava la rinascita».

È infatti accaduto che un gruppo bergamasco, di cui ancora si tace il nome per ovvie ragioni, ha manifestato la propria intenzione di rilevare la fabbrica di prodotti sinterizzati chiusa da oltre due mesi, e che ha lasciato senza stipendio e senza ammortizzatori sociali 80 persone.

Il curatore fallimentare si è detto d’accordo all’operazione e, tra l’altro, questo ha permesso di procedere con le pratiche per il riconoscimento della Cassa Integrazione Straordinaria, che coprirà tutti i lavoratori a partire dai primi giorni di luglio. Giovedì sera 30 luglio è stato firmato l’accordo per avviare i pagamenti.

«Una vera soddisfazione - continua Lamera - e la fine di un periodo alquanto tribolato per i lavoratori e per i delegati, che non hanno mai smesso di assistere i colleghi e fornire sempre parole di speranza. Il lavoro compiuto fino a oggi li premia e ci permette di guardare al futuro con positività”.

La trattativa in corso con l’acquirente prevede la ripresa della produzione a settembre, con l’inserimento dei primi lavoratori (dai 15 ai 25 operai), in un percorso graduale che potrebbe portare al riassorbimento di tutti i 77 ex dipendenti della Rubini.

L’ufficializzazione della nuova proprietà avverrà presumibilmente nella prossima settimana. «Avere persone che investono ancora a Cortenuova è la base fondamentale per la ripartenza. Non avevamo mai visto situazioni simili negli ultimi anni: abbiamo sempre gestito riduzioni di personali o chiusure, assistito a veri e propri saccheggi di aziende. Questa volta, invece, i buoni presupposti ci sono tutti, anche per intravedere situazioni analoghe per altri siti».

«C’è ancora tanto da fare, ma noi continueremo a credere che tutto è possibile! - dicono i tre delegati Tarciso Cucchi, Chiara Pizzetti e Sara Lamera -. Lavorando e senza rincorrere false promesse, si difendono il salario e l’occupazione. Scongiurata la chiusura, le famiglie di tanti colleghi continueranno ad avere un sostegno economico. È la dimostrazione che il lavoro paga e da soddisfazioni!»

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