Crescono gli immigrati in Bergamasca
In 33 paesi della provincia oltre il 15%

Torna a essere positivo il saldo dei migranti registrati all’anagrafe dei Comuni bergamaschi: a oggi, infatti, risultano 135.140 rispetto ai 132.000 di fine 2013. Di questi, 2.656 hanno ricevuto cittadinanza nel capoluogo.

Un dato, che non può rappresentare la totalità della presenza nel territorio orobico, poiché non comprende chi non ha ottenuto i documenti, ma che sottolinea più che mai l’importanza di una riflessione su questioni quali l’integrazione e la relazione: «Il grande tema dell’immigrazione – commenta don Claudio Visconti, della Caritas diocesana che ha fornito i dati nel corso del confronto con il vescovo Francesco Beschi – secondo alcuni dovrebbe rientrare oggigiorno nell’ordinarietà della vita di tutti gli uomini, non esisterebbero più gli stranieri da una parte e gli italiani dall’altra, ma chi ha problemi come la casa e il lavoro. Questo processo dall’emergenza immigrazione all’ordinarietà non è concluso per cui resta ancora da ragionare su questo aspetto».

Visconti ha offerto una fotografia anche in chiave regionale: «La Lombardia è il primo territorio italiano per numero di immigrati e la provincia bergamasca in questa statistica fa la sua parte. Al 31 dicembre dello scorso anno 33 paesi orobici avevano più del 15% di stranieri quando la media nazionale è tra l’8 e il 9. Bisogna comunque tenere conto che ci sono paesi in cui non c’è presenza, in particolare nelle zone di montagna come Cusio». Nonostante la crisi, il lavoro e le fatiche che gli immigrati vivono per primi, il numero di chi ha la residenza, come detto, è positivo: «Evidenzio questo – continua don Claudio Visconti – per sottolineare che l’ordinarietà c’è, moltissime famiglie vivono la vita della scuola, dell’oratorio, della sanità. Ma d’altro canto i dati raccolti dai centri di ascolto delle parrocchie che sono 175 in tutta la provincia, raccontano anche altro. Lo scorso anno hanno incontrato circa 13 mila famiglie bisognose d’aiuto. Di queste, poco meno di 10 mila sono di origine straniera. Anche i processi di integrazione che sembravano assodati, soprattutto per questi stranieri che hanno la cittadinanza da 10 o anche 20 anni, sono stati complicati dalla crisi». Lo dimostrano i numeri del Fondo Famiglia-Lavoro e del Fondo Famiglia-casa: «Nel primo caso, delle 659 persone incontrate – conclude don Visconti – 380 sono stranieri, nel secondo da ottobre abbiamo aiutato 31 famiglie con sostegno all’affitto, 5 di queste sono italiane».

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